Cultura
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ll Vangelo di oggi: Mc 14,12-16.22-26: Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
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(Pubblicato in estratto su IL GIORNALE del 31.05.2021)
Se cerchiamo le GRANDI POTENZE INDUSTRIALI del mondo, non affatichiamoci ad individuarle tra gli Stati non belligeranti dell'ultimo conflitto, come Svizzera, Spagna, Brasile, Portogallo, Argentina, Messico,Turchia, India e, perchè no,...San Marino e... Città del Vaticano.
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di Giulio Iudicissa
Ogni tanto dovremmo visitare un sito, che un giorno fu splendido, ricco, potente, temuto e che, oggi, la rovina l'avvolge. Troveremmo lì pietre informi, frammenti di mattoni, cocci di vasi, cespugli, rovi, dove un tempo ci furono palazzi e templi, strade e piazze, mercati e feste, alberi e fiori. Sentiremmo pena, ma questa pena calmerebbe il delirio della nostra onnipotenza.
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Vangelo di oggi: Mt 28,16-20: In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
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di Rossella Librandi Tavernise
Il 28 Maggio del 1932 arrivò a Favella della Corte, nel territorio di Corigliano Calabro, proveniente, in treno, da Cosenza e poi, in macchina, da Sibari, il Principe Umberto di Savoia (futuro re Umberto II) con la consorte Maria José del Belgio, ospiti della duchessa di Bovino Antonietta Gaetani d'Alife, dama di palazzo della Regina Elena.
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di Giulio Iudicissa
Frequento il ginnasio, quando scopro Giovanni Papini, subendone anche un certo fascino. Ne accenno a qualcuno e mi rendo conto che l'autore è pressoché sconosciuto alla scuola e alla chiesa. Non si presta, infatti, né alla cattedra né al pulpito, è controcorrente. Scrive che per comprendere Cristo non bastano i vecchi libri ammuffiti e, più tardi, dopo aver perso l'uso delle gambe e delle braccia, della parola e della vista, si sente ancora ricco, perché gli sono rimaste la fede e la fantasia.
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di Giulio Iudicissa
Sotto il cielo di maggio della mia fanciullezza la collinetta della Santa Croce indossa le più belle margherite. Sono gialle e sono bianche e si accoppiano a papaveri e a profumata camomilla. Saliamo a frotte, noi, per viottoli stretti e tortuosi e, tra un ruzzolone e un graffio, finalmente, conquistiamo la cima. Da qui si vede il mondo e noi lo possediamo. È, ma lo scopro solo adesso, un anticipo di paradiso. Ora, la collinetta della Santa Croce è stata spianata, ma sotto il cielo di questo maggio essa, per miracolo, ricompare per me.
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Il Vangelo di oggi: Gv 15,26-27;16,12-15: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
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di Giulio Iudicissa
Ve ne sono sempre stati. Ve ne sono ancora. Mancano del pane, di un vestito, di tutto. Muoiono presto di malattia e d’inedia. Nella lingua ebraica ci sono anche gli “anawim”: poveri non perché sprovvisti di beni materiali, ma per trovarsi in condizione di estrema afflizione nel cuore. Sono “i poveri del signore”. Essi solo a lui possono rivolgere una supplica. Il salmo 34 assicura che il Signore risponde a questi suoi poveri.
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Il Vangelo di oggi: Mc 16,15-20: In quel tempo, Gesù apparve agli Undici, e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
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In Transilvania,la regione della Romania,a maggioranza ungherese, c’è una città di oltre centomila abitanti,che si chiama Satu Mare. Ma, a dispetto del nome, il mare è lontano più di 800 chilometri. Mare in rumeno vuol semplicemente dire “grande”.
- Vetera nova a cura del prof. Giulio Iudicissa: Il senso
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- Commento al Vangelo di oggi domenica 9 maggio: Un amore vissuto tra di noi
- Vetera nova a cura del prof. Giulio Iudicissa: In fretta
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- Scorzafave e “Le botteghe di una volta”: Perché non seppelliamo chi ci ha preceduti negli scaffali polverosi del dimenticatoio
- Commento al Vangelo di oggi domenica 2 maggio: Sono un tralcio, Signore
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