di Giulio Iudicissa

Si afferma, da molte cattedre, sulla base di dati statistici, che la lingua di oggi, specialmente nelle società evolute, sia diventata più essenziale, agile e chiara. In una parola, più rapida. E tutto ciò favorisce la comunicazione, anche tra soggetti di paesi diversi. È vero. C’è un rovescio, però, da non trascurare: col tempo, in un tempo neanche tanto lontano, a forza di cancellare sinonimi e voci superflue, a forza di sventramenti e tagli, si finirà con l’approdare ad un sistema di pochi termini, frammisto di segni e di gesti. Allora, non guarderemo più le stelle né scriveremo romanzi e poesie.

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