L’Osservatore

Le incertezze e le perplessità della vigilia sono emerse in maniera chiara ed evidente ieri nel corso dei lavori del consiglio comunale. Quasi nove ore di dibattito per non decidere nulla. Infatti alla fine il consiglio a maggioranza ha deciso per un rinvio dei lavori ad altra data, con ogni probabilità tra una settimana.

Il rinvio è stato chiesto in chiusura dei lavori dal consigliere di maggioranza, Angelo Caravetta, il quale si è reso conto che a quel punto dei lavori il consiglio era spaccato con 11 consiglieri pronti a votare il ritiro dell’atto d’impulso e 11 contrari. Una conclusione del genere dei lavori del civico consesso non era proprio prevista, tenuto conto che comunque l’assise avrebbe dovuto decidere, e che ormai si è a poco più di un mese dalla data fissata per il referendum sulla fusione. Rispetto al consiglio del 12 agosto scorso si è registrato un clima meno teso, anche perché questa volta il pubblico presente era decisamente inferiore a quello di oltre un mese fa. I consiglieri hanno discusso, anche animatamente, ma con il trascorrere del tempo si è capito chiaramente che si voleva solo prendere tempo, per cercare di convincere quei consiglieri comunali che insistevano nel non voler votare favorevolmente il ritiro dell’atto d’impulso. Ad un certo punto, si era intorno alla settima ora dei lavori è intervenuto il sindaco, Giuseppe Geraci, il quale chiedeva il ritiro dell’atto d’impulso, ribadendo in un certo senso le motivazioni già espresse il 12 agosto, ma nel suo intervento è mancato, secondo noi, l’elemento che forse avrebbe caratterizzato politicamente i lavori del civico consesso: cioè Geraci non ha parlato di dimissioni. In suo soccorso sono intervenuti i consiglieri Bruno, Dardano e Torchiaro i quali formulavano una proposta di rinviare ogni decisione ad un consiglio comunale congiunto con Rossano da tenersi entro il primo ottobre. Quest’ultima proposta però veniva respinta. Così di fronte allo scenario della spaccatura netta dell’assise, la maggioranza ha deciso di non decidere, da qui la richiesta di Caravetta di sospendere i lavori per riprenderli entro una settimana. Sarà così ? Secondo alcuni no tenuto conto che ormai il tempo stringe sempre più, ma soprattutto cosa potrebbe cambiare nella volontà di quei consiglieri che insistono nel non voler votare favorevolmente il ritiro dell’atto d’impulso nel giro di pochi giorni ? Si verificheranno i cosiddetti misteri della politica ? Noi ci crediamo poco perché ieri in consiglio di politica se n’è sentita e vista davvero poca.{jcomments on}

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