Foto: Il consigliere Giorgio Triolo

L’Osservatore

La dichiarazione del consigliere comunale di Alleanza Popolare, Giorgio Triolo, impone alcune considerazioni, aldilà se si è d’accordo o meno sul progetto di fusione, perché oggi è necessario, come sostiene Triolo, fare una riflessione sul tempo irrimediabilmente perso da parte di chi aveva il dovere morale ed amministrativo di mettere in campo iniziative affinché detto progetto avesse quei contenuti che un progetto che unisce due città di proporzioni importanti deve avere.

Triolo nella sua dichiarazione parte da quanto accaduto nel consiglio comunale del febbraio 2016 allorquando venne approvata quella, come la definisce Triolo, “scellerata” delibera riguardante l’atto d’impulso. Ma perché scellerata ?  “Quella delibera – afferma Triolo – venne  approvata da tutti i Consiglieri Comunali presenti in quella pubblica Assise, eccezion fatta, ovviamente, per 4 consiglieri, incluso il sottoscritto. Fin da subito fu chiaro e lampante (purtroppo non a tutti) che non vi erano i presupposti legislativi e amministrativi per procedere ad un evento di tale portata, ossia un cambio epocale per tutta la Comunità Coriglianese.Intervenni più volte su tali argomenti, affermando che l’eliminazione del quorum referendario era da intendersi come un deficit di democrazia; che non si poteva prescindere da un preliminare e propedeutico studio di fattibilità atto ad analizzare, anche se solo in via ipotetica, valutazioni socio-economiche, giuridiche, amministrative, organizzative e strategiche del futuro Ente Comunale. Io consideravo, e considero, la Fusione tra comuni come un punto di arrivo e non di partenza. Purtroppo nulla di tutto questo – prosegue Triolo -  è avvenuto. Si è arrivati ad un deliberato senza valutare le successive conseguenze, senza rispettare la voce dei dissenzienti, senza rispettare la storia di una comunità”. Il consigliere pensava che da quel momento in avanti si sarebbe registrata una certa attività che avrebbe portato a riempire di contenuti il progetto invece: “ tutto è tornato a tacere, tutto silente e inerme, aspettando che gli altri facessero le cose per noi”. E poi le critiche all’atteggiamento tenuto dall’esecutivo Geraci: “Questa amministrazione – secondo Triolo - ha sprecato una grandissima occasione, quella di essere artefice del proprio destino. Ho sempre considerato la politica come strumento e atto a dare risposte ai cittadini”.Alla luce di queste considerazioni Triolo in vista del consiglio di domani si rivolge al presidente Magno ed al sindaco Geraci chiedendo di non revocare l’atto d’impulso, perché bisogna dare l’opportunità ai cittadini di esprimersi liberamente. “A circa 5 settimane dal referendum – sostiene Triolo - non ha più senso cercare di impedire ai cittadini di esprimersi, anzi, si otterrebbe l’effetto opposto, incancrenendo ancor più di quanto già non lo sia l’intera situazione, ma occorre, bensì, far emergere tutte le criticità fin qui emerse in questo vuoto processo di fusione. Ha senso, invece, a mio parere, redigere e approvare un documento, a firma di tutto il Consiglio Comunale, nel quale si chiede all’On. Mario Oliverio, in qualità di Governatore della Regione Calabria, di tener conto di una volontà unanime dell’Amministrazione che guida la Città, e di prendere atto di quello che sarà il voto popolare (a rispetto di tutti i No che usciranno dalle urne Coriglianesi), e di rispettare la volontà di un popolo, di una comunità”. La riflessione del consigliere Triolo, secondo noi, deve essere attentamente valutata domani nel corso dei lavori consiliari, perché la riteniamo una proposta sensata. Ma aldilà di tutto ciò il consiglio di domani si preannuncia abbastanza “caldo” perché potrebbe essere in gioco la stessa vita dell’attuale consiliatura. Infatti da più parti è convinzione che se il sindaco non dovesse avere i numeri per far ritirare l’atto d’impulso Geraci non avrebbe altra strada che quella delle dimissioni.  {jcomments on}

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