di Cristian Fiorentino

Consueta e nutrita partecipazione, nella giornata dello scorso 2 aprile, al santuario coriglianese per omaggiare la memoria liturgica del Santo Patrono San Francesco da Paola.

Evento di devozione che si ripete a Corigliano Calabro dal 1586 e che anche quest’anno ha visto esplicare tutte le tradizioni secondo programma. In occasione del solenne transito alla “Casa del Padre” di San Francesco di Paola, la comunità dei Padri Minimi, presieduta dal Correttore Padre Superiore Giovanni Cozzolino, ha proposto un prospetto abbastanza inteso fin dalla mattinata.

Dopo le Sante Messe delle ore 8 e 9:30, alle 10:30 vi è stata la benedizione del chiostro di S. Francesco, di recente ristrutturato e adornato con piante e fiori e tanto amato dallo stesso S. Francesco. Lo stesso Padre G. Cozzolino ha consacrato il patio, arricchito anche dalla presenza di alberi di ulivi. Successivamente, si è passati al museo conventuale di arte Sacra dedicato alla Memoria di Padre Antonio Arena, Correttore e parroco del convento e della parrocchia coriglianese dal 1989 al 2014.

Altro momento molto partecipato la Celebrazione Eucaristica delle ore 11 con la vestizione dei bambini. Numerosissimi quest’anno le bimbe e i bimbi con gli abiti votivi del Santo, minuti anche di piccoli bastoni, presso il Santuario scortati da genitori, parenti e dagli immancabili e tradizionali panini benedetti. Nel pomeriggio, sono proseguite le funzioni con il Santo Rosario, i vespri e la Santa Messa solenne officiata da Don Gaetano Federico, parroco della cattedrale di San Michele Arcangelo a Cariati e già parroco, a Corigliano, di S. Antonio e Santa Maria Maggiore per ben tredici anni. «Rinnovo a tutti voi- ha esordito Don G. Federico- gli auguri di Buona Pasqua perché l’eco della Risurrezione di Cristo risuona ancora forte.

Come la festa di Pasqua dura per cinquanta giorni, anche quella di San Francesco durerà per tutto questo mese di mese di aprile contrassegnato dalla nostra devozione e amore verso questo Grande Santo. Ringrazio Padre Giovanni Cozzolino che mi ha fatto ritornare a Corigliano dove mi legano tanti ricordi e dove, ringraziando il Signore, ho avuto modo di fare un percorso per tredici anni insieme alla comunità coriglianese. Seppur parroco a Sant’Antonio, per cui saluto i tanti volti cari, ho imparato a conoscere la fede e la devozione verso il Santo Patrono. La parola di Dio di oggi ci fa osservare le Donne come testimone della Risurrezione di Gesù. Le Donne ieri come oggi che faticano ad emanciparsi. Immaginate ai tempi di Gesù, dove ritroviamo la Maddalena che incrociando il Signore trova la felicità rischiarata dalla Sua Misericordia.

Non lo lascia neanche davanti alla croce, lo cerca dopo morto e lo trova Risorto. Chi tanto ha amato tanto ottiene. L’importanza della declinazione del verbo amare ben si coniuga anche con la vita di S. Francesco. La scritta “Charitas” sinonimo di amore per Gesù che incendia il cuore per cui Francesco fa tutto ciò che è giusto ed è possibile. E come il Signore ha un rapporto personale con ognuno di noi, proprio perché è di tutti, così ognuno di noi può avere un rapporto particolare anche con S. Francesco, perché è nostro. L’amore è una dimensione importante nella vita dei Santi perché dove c’è l’Amore non c’è spazio per altro. In S. Francesco troviamo l’obbedienza per tutta la sua vita come forma di amore. Obbedendo al Papa e lasciando la sua opera e la sua terra, è andato in Francia dando dimostrazione di fedeltà al Signore. Proseguendo il suo cammino Francesco di Paola compie del bene anche a Tours, seminando il Vangelo, con la sua semplicità e straordinaria umiltà. Anche oggi S. Francesco parla al popolo in questi tempi drammatici grazie alla sua attualità. E sempre oggi non si può non ricordare anche la morte di San Giovanni Paolo II che non è un caso ma un segno che sia tornato alla Casa del Padre proprio nello stesso giorno di San Francesco. Anche Papa Francesco ci richiama ad una semplicità come condizione interiore. Francesco di Paola ci ribadisce proprio questa semplicità come necessaria prendendo spunto da Gesù che ci ha insegnato il suo massimo Amore morendo sulla croce per tutti noi. Attraverso questi insegnamenti e spunti potremo davvero ambire anche noi alla meta». A margine, usuale processione accompagnata dai fedeli e dalla banda musicale “Città Corigliano-Rossano” con la statua che, prima ha sostato nella piazza antistante la chiesa per la benedizione delle campagne, e subito dopo ha raggiunto il vicino e Santo Romitorio. Proprio nel luogo dove il Santo Patrono dimorò nella sua permanenza a Corigliano, tra il 1474 e il 1477, è stato declamato il racconto della morte di S. Francesco di Paola, accaduto a Tours il 2 febbraio 1483. A corredo, anche la preghiera per la Pace nel mondo attraverso l’intercessione del Santo Patrono, ambasciatore Unicef e messaggero di Pace, recitata dal sindaco Flavio Stasi. «Amate la pace- scriveva lo stesso S. Francesco- perché è molto meglio di qualsiasi tesoro che i popoli possano avere. Sappiate certo che i nostri peccati muovono Dio all'ira. Per questo correggetevi e pentitevi dei vostri peccati passati, poiché Dio vi aspetta a braccia aperte». Concetto di Pace attuale e mai come in questo momento storico invocata da più parti a causa di guerre ed escalation in atto. Subito dopo rientro in chiesa dell’effige storica presente a Corigliano e benedizione a tutti i presenti.  È stato un 2 aprile, dunque, ancora una volta vissuto con fervore e meditazione tra santuario e Romitorio. Luoghi simbolo di S. Francesco, nel centro storico coriglianese, che ha accolto la folla di fedeli che come sempre ha posto sotto le mani dell’amato Santo Patrono patemi, preghiere e speranze collettive e personali.  Frattanto, fervono i preparativi per i festeggiamenti della festa patronale dal 20 al 25 aprile prossimi che abbraccerà diversi momenti e delle zone della città tra programma religioso e civile.

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