Fonte: www.corrieredellacalabria.it

La “strozzatura” è tutta lì, e c’è ben poco da sperare che si risolva se è vero che anche i  sondaggi – buoni ultimi Swg e Istituto Cattaneo dicono che i sette collegi uninominali in Calabria sono o “blindati” o “abbastanza sicuri” per il centrodestra, e al Pd non assegnano nemmeno le briciole.

Il sogno proibito di tutti i dem che vogliono essere ricandidati e candidarsi alle Politiche del 25 settembre con la garanzia di sfangarla difficilmente si tradurrà in realtà. Per questo dalle parti del Nazareno, sull’asse Roma-Calabria, le ambizioni si scaricano e si affollano sui listini alla Camera e al Senato, e in particolare sulle prime postazioni, le uniche veramente utili considerando il vento (di destra) che tira imperioso e prelude a un bagno di sangue anche in Calabria. La lotta dura nel Pd – e il braccio di ferro tra vertici nazionali e territorio – è tutta qui, alimentata poi ulteriormente da tante altre dinamiche – come la calata dei papi stranieri che in casa democrat è pratica ampiamente collaudata e alleanze che si trasformano in cambiali politiche – fanno al momento della partita delle candidature  un “cul de sac” che ingessa e blocca le trattative, ritardando la quadratura del cerchio.

Irto blindato, una soluzione per il “nodo” Stumpo

Quadratura già non facile ma stavolta i dem sembra si stiano sforzando di renderla impossibile. Il “nodo” resta quello del proporzionale. L’intesa con Articolo 1 di Roberto Speranza dovrebbe portare a candidare in Calabria, in una postazione da capolista in uno dei due plurinominali, il deputato uscente Nico Stumpo, crotonese, e questa prospettiva di fatto ha messo in discussione in un colpo solo certezze e attese, mettendo in apprensione tanti colonnelli calabresi. Gli ultimi boatos che trapelano dalla Capitale riferiscono che il “nodo” Stumpo potrebbe essere alla fine bypassato e neutralizzato sacrificando la regola dell’alternanza di genere. Stumpo insomma sarebbe uno dei due capilista al proporzionale, l’altro è il segretario regionale Nicola Irto, che ieri il Nazareno ha letteralmente “blindato” veicolando alle agenzie una velina ripresa da importanti quotidiani nazionali stamattina. A seguire in lista potrebbe esserci l’uscente Enza Bruno Bossio, inserita da numero 2, classica soglia psicologica che però potrebbe rivelarsi utile ai fini dell’elezione se un po’ di cose si incastrano (anche perché il Pd la sua forza ce l’ha soprattutto al proporzionale). Invece per altri big – come il deputato uscente Antonio Viscomi e l’oggi dirigente nazionale Carlo Guccione –  potrebbe profilarsi uno scenario molto più scomodo, quello di un collegio uninominale nel quale ingaggiare una durissima e forse impossibile “corrida” con competitor di centrodestra che viaggiano già con il vento in poppa. Inoltre, le alleanze costruite dal segretario Enrico Letta non sembrano portare in Calabria alcun concreto valore aggiunto che possa rendere più appetibili gli uninominali (anche se qualche dem anche da queste parti non disdegnerebbe un ritorno di fiamma con il M5S, elettoralmente più attrezzato dei vari +Europa, Verdi-Si e Impegno Civico). E poi, a incombere sul Pd calabro lo scenario, già più volte descritto dal Corriere della Calabria del “paracadute” di una candidatura al femminile, a esempio un’alta dirigente del partito, una sindacalista (si continua a fare il nome dell’ex leader Cgil Susanna Camusso) o una tecnica d’area: ipotesi che respingerebbe ulteriormente gli spazi e soprattutto susciterebbe ancora più tensione, anche perché suonerebbe come una insopportabile beffa per le federazioni provinciali del Pd che si stanno strenuamente opponendo alle logiche coloniali di Roma.

Il corteggiamento a personalità di spicco e un collegio a Di Maio per la Nesci

È insomma stallo, in casa Pd, che a differenza del centrodestra di fatto non ha ancora chiuso una casella che è una. «Entro Ferragosto intendiamo chiudere le liste per poi essere operativi sul territorio», ha detto oggi Letta, e la deadline probabilmente sarà quella (il 13 e 14 agosto ci sono due direzioni e forse anche il 16 agosto ce ne sarà altra), ma al momento per le candidature – dice un esponente di spicco del Nazareno – in Italia come in Calabria «siamo in mezzo al mare». Intanto, però, i dem lavorano, puntando a trovare candidature di prestigio: a quanto si apprende da fonti qualificate, i più alti dirigenti del Pd starebbero “corteggiando” un nome di prestigio quale quello del segretario generale della Cgil calabrese Angelo Sposato, ma contatti ci sarebbero anche con tante altre personalità di spicco. Trovare poi la quadra – e la disponibilità – in un contesto così precario ovviamente è l’impresa più ardua. In più, bisognerà lasciare anche spazio a qualche alleato: sotto questo aspetto dal Nazareno filtra con insistenza la voce per cui in Calabria potrebbe essere riservato un collegio alla Camera a Impegno Civico di Di Maio, che  potrebbe candidare la sottosegretaria Dalila Nesci nel Vibonese-Piana gioiese con il “paracadute” della capolista del suo partito al proporzionale. 

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