«Un esposto alla Corte dei Conti sui costi conseguenti il differimento delle elezioni regionali in Calabria». Lo annunciai Codacons, che denuncia «un immenso spreco di soldi pubblici pari a 2 milioni di euro, che si sarebbe potuto evitare se solo si fosse deciso di votare alla naturale scadenza di novembre 2019».

Secondo l’associazione di difesa dei consumatori «bastava accorpare le consultazioni regionali con le elezioni comunali del 10 novembre. Infatti in Calabria saranno ben sette i comuni chiamati al voto la seconda domenica di novembre. Tornata elettorale che riguardano ben 125mila Cittadini. Si tratta dei comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ovvero Brancaleone, Cassano all’Ionio, Cropani, Isola Capo Rizzuto, Lamezia Terme, Marina di Gioiosa Ionica e Petronà. E la scadenza naturale del consiglio regionale era, appunto, novembre 2019. Tantissime sono, infatti, le voci di spesa. Dal personale necessario, sia allo scrutinio che alla sicurezza e vigilanza, fino alla messa a disposizione degli edifici scolastici ed ai successivi interventi di bonifica. Invece – prosegue il Codacons – si preferisce “tirare a campare” rimanendo aggrappati alle poltrone fino al prossimo anno, incuranti di una situazione catastrofica e dei costi che dovranno essere affrontati per soddisfare le bramosie chi vuole restare in sella anche solamente qualche in mese più del previsto». Il vicepresidente nazionale del Codacons, a sua volta, definisce «intollerabile che in una Regione dove finanche le tariffe dell’acqua sono illegittime si continuino ad inseguire i sondaggi spostando sempre più lontano la data del voto.  La macchina organizzativa delle elezioni è molto complessa e, di conseguenza, ha dei costi che non sono certo trascurabili. Per far funzionare ogni singola sezione il Codacons stima un costo complessivo di oltre 7.000 euro … e la Calabria ha più di 2400 sezioni». Il Codacons quindi lancia un atto di accusa: «Il governatore avrebbe dovuto attenersi all’articolo 97 della Carta Costituzionale, garantendo non solo il buon andamento della pubblica amministrazione, ma anche un risparmio di 2 milioni di euro per la collettività. Soldi sprecati che avrebbero potuto essere utilizzati per fronteggiare le tante, troppe, emergenze. Ma come? Mancano infermieri nei nostri ospedali e noi buttiamo 2 milioni di euro in questa maniera indecente. E’ bene che i calabresi riflettano su questo spreco vergognoso, un vero e proprio “schiaffo alla misera” e, soprattutto, sulle responsabilità di chi ha impedito di votare alla naturale scadenza per il timore di perdere la poltrona. Responsabilità che ora finiranno al vaglio della Corte dei Conti».

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