E se alla fine ci appioppassero dall’alto le solite, vecchie candidature che con il territorio non c’entrano proprio nulla, che facciamo?

Voteremo comunque allineati al volere dei partiti oppure sapremo riprenderci il nostro orgoglio, la voglia di riscatto e con coraggio sapremo opporci a questo modo - molto autoritario e poco democratico - di “concederci” le rappresentanze? Sono questi interrogativi e perplessità posti da Silvio Licciardi, dirigente locale di Forza Italia, a commento del condivisibile appello lanciato da un gruppo di amministratori, partiti e associazioni del territorio del Basso Jonio e della Sila Greca in vista dell’ormai imminente appuntamento elettorale di domenica 4 marzo 2018. È giusto quanto condivisibile l’appello – dice Silvio Licciardi – lanciato stamani, a gran voce, da amministratori, partiti e associazioni affinché le candidature del nostro collegio siano espressione di quest’area. Lo diciamo da sempre ed è questa una battaglia che tutti i cittadini attivi nella partecipazione alla vita democratica dei nostri territori rivendicano da sempre. Certo, però, il tono delle parole pare stonare nei fatti. Poiché nella lucida pretesa, se da un lato non c’è certezza e nessun riscontro sull’eco futura, sicuramente c’è un riverbero forte che viene dal passato. Quando tutti, purtroppo, si sono assoggettati ai voleri dei partiti. Gli stessi che in questo territorio hanno quasi sempre piazzato pedine, con il primario intento – per utilizzare un termine caro alla politica cosentina – di spolpare consensi senza curarsi della rappresentatività reale dei candidati sul territorio, che comunque sono sempre stati votati ed eletti. Fa piacere sentire vibrare forte una voce di protesta con l’augurio che sia mantenuta sempre. Anche e soprattutto quando, dopo il 29 gennaio, ancora una volta, i partiti piazzeranno nel nostro collegio persone che da queste parti vediamo solo in occasione delle campagne elettorali e che non conoscono minimamente i problemi atavici che riguardano il nostro comprensorio. Che non sono al corrente – ricorda il dirigente di FI - dei gravi danni che, ad esempio, sta provocando il dissesto idrogeologico, che non sono al corrente del collasso dell’intera struttura viaria nell’area della Sila Greca o delle condizioni da terzo mondo in cui versa la rete ospedaliera. Magari avranno sentito parlare, tenendosi doverosamente alla larga dalla discussione, dell’ingiusta chiusura del Tribunale di Rossano piuttosto che delle condizioni pietose di una strada stragista come la Statale 106. Che facciamo? – si chiede allora Licciardi - Continueremo a votare questa gente solo perché ce lo dice il partito? Spero proprio di no, quantomeno per una linea di coerenza e di rispetto verso la gente che vive ogni giorno i disagi di questa terra. Anche se è un ottimismo visionario, in quanto non riesce a trovare proprio nessun appiglio nella realtà. Dal momento che questi amministratori, partiti e associazioni (la maggior parte, non tutti!) non li abbiamo visti, nei mesi scorsi, quando c’era da rivendicare l’unità territoriale del collegio parlamentare ionico, ottenuto – scandisce Licciardi – grazie alla perseveranza di pochi, o quando c’è stato da battere i pugni a Roma e nei partiti per scongiurare la chiusura del centro medico dell’Inps di Rossano. E questo solo per citare le ultimissime battaglie compiute. È giusto, quindi, spendersi in azioni “preventive” per cercare di ottenere una candidatura del territorio, ma sarebbe altrettanto condivisibile e pregevole prendere il solenne impegno – conclude Licciardi –, nel caso in cui nel nostro collegio dovessero essere assegnate candidature utili (e non di servizio) a gente non rappresentativa dell’area ionica e della Sila Greca, di essere consequenziali e coerenti con quanto affermato.

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