di Salvatore Martino

Che, tra qualche ora, questo anno avrà concluso definitivamente il suo percorso, non sarà un gran danno. Con tutti i problemi e le cattive sorprese che ci ha riservato, non c’è proprio da rammaricarsi.

Anzi, c’è da sperare che il nuovo, che sta per arrivare, poggi su basi più sicure e più solide del precedente; e perché ciò accada ci sarà bisogno di mettere da parte la rassegnazione e l’indifferenza, che hanno corroso gran parte dei nostri comportamenti durante tutto l’anno, e riabilitare la fiducia e la speranza per riassumerle a guida per i prossimi mesi. Ci sarà bisogno di maggiore consapevolezza e di far crescere il nostro senso di responsabilità, perché, e occorre ribadirlo, durante quest’anno troppe volte di fronte a problemi, situazioni difficili, ingiustizie, ci siamo girati dall’altra parte, troppe volte abbiamo fatto finta di non vedere e di non sentire. Troppe volte non ci siamo sentiti coinvolti in vicende che, invece, avrebbero avuto bisogno della nostra partecipazione, della nostra reazione, e, qualche volta, addirittura, anche della nostra indignazione. Se riusciremo a sciogliere questo clima di indifferenza e di egoismo, che sta uccidendo la nostra società, e guardare dritto al cuore dei problemi, vorrà dire che saremo diventati più responsabili e capaci di fare qualcosa di concreto per gli altri. Il nuovo anno potrà essere sicuramente migliore se riscopriremo il senso della nostra appartenenza all’umanità, e cominceremo a comportarci finalmente da esseri umani.

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