di Giuseppe Sammarro*

A distanza di alcuni giorni dal mio appello, già pubblicato su questo blog, attraverso il quale chiedevo una incisiva presa di coscienza sullo stato di salute della città, dopo avere effettuato un’analisi, seppure approssimativa, sulla base di alcuni parametri come: vivibilità, economia, coesione sociale e culturale, oggi torno sull’argomento, ringraziando il direttore, per lo spazio che mi concederà.

La pietra buttata nello stagno per cercare di smuovere uno stato di diffusa rassegnazione, ha prodotto una serie di cerchi concentrici per ciò che attiene un ritrovato interesse, “probabilmente solo assopito”, alla cosa pubblica. In questi giorni ho potuto incontrare e interloquire con alcuni amici e conoscenti del vasto mondo che compone la nervatura vitale della nostra realtà cittadina. Professionisti di vari settori, commercianti, imprenditori, consiglieri di opposizione e naturalmente semplici cittadini. Pur se ritengo questi primi approcci abbastanza limitati per poter rappresentare interessi e opinioni largamente rappresentativi, ritengo il risultato essere di buon auspicio, anche perché costituisce una base su cui costruire un nuovo percorso che non sia avulso dalle reali esigenze e fattibilità per una città che dovrebbe avere un ruolo importante nel panorama regionale e non solo. In questi giorni che sono trascorsi dal primo mio intervento, si sono verificati accadimenti e decisioni che vanno ad incidere sulla carne viva della città e del suo futuro. Nei giorni scorsi il Governo ha sancito, per decreto, l’iter parlamentare per il varo di un nuovo regionalismo attraverso la cosiddetta autonomia differenziata. Almeno in questa fase non mi soffermo nel merito di ciò e di quale potrebbero essere le conseguenze nefaste per il sud e per la Calabria in particolare. Così come non mi soffermo più di tanto, almeno per il momento, riguardo la pericolosa apertura fatta del presidente Occhiuto su questo argomento. Avendo vissuto per decenni in Germania, so benissimo che qualsiasi forma di federalismo nasce dall’esigenza di uniformare la società per renderla più prospera, coesa e competitiva. Ma il tentativo maldestro e pericolo del ministro Calderoli, non va in questa direzione, anzi vuole realizzaun’Italia a due velocità, con il Sud, irrimediabilmente condannato ad un destino nefasto. Mi limito a segnalare l’articolo 5 della nostra Carta costituzionale: “La Repubblica è una e indivisibile”. Unità e indivisibilità contro derive autonomiste. Molti amministratori hanno e continuano ad esprimere le loro opinioni al riguardo, anche il sindaco Stasi ha diffuso in merito il testo di un comunicato stampa di condanna. Io penso che ciò non sia sufficiente, penso, invece, che bisogna convocare un consiglio comunale aperto finalizzato ad un ampio confronto su un tema di portata storica per le sue conseguenze. La campagna agrumaria si avvia verso la fine, è stato un anno non particolarmente buono per molte ragioni, incluse quelle climatiche ma non solo. Un’agricoltura con un prodotto di eccellente qualità che per la sua vastità è predominante, rappresenta anche rischi derivanti da molteplici fattori per l’economia e l’occupazione dell’intero comprensorio, se non adeguatamente compensate con altri prodotti o attività produttive equivalenti. Nel centro storico gli addobbi natalizi continuano ad illuminare strade e vicoli, che per quando si sforzano non riescono ha nascondere lo stato di abbandono e degrado in cui in gran parte versa. Ed è da quel degrado che escono, come fantasmi, i tanti giovani immigrati che come invisibili vivono in mezzo a noi. Molti di loro abbandonati a se stessi senza un programma di integrazione da parte di questa amministrazione, che dovrebbe tendere a riconoscergli dignità umana. Non di rado divengono visibili nelle nostre campagne, non si sa con quali tutele, specialmente da quando dall’Est Europa non viene più nessuno. Anche qui un sindaco attento allo sviluppo del territorio si dovrebbe fare promotore, di concerto con le autorità preposte, gli imprenditori agricoli e i sindacati, di iniziative tendenti a favorire l’integrazione nelle attività del comparto, su base volontaria, e dove possono servire. In tale direzione dovrebbero essere promossi con il mondo della scuola, corsi di lingua e di conoscenza delle leggi vigenti. Questo sarebbe un atto di civiltà degna della nostra storia. Altri importati eventi che si sono verificati nei giorni scorsi, sono stati i congressi della CGIL, delle sue categorie e della stessa confederazione. Ho avuto l’onore, perché invitato, di partecipare a quello dello SPI la categoria dei pensionati, alla quale sono iscritto. La relazione del segretario uscente e rieletto Francesco Spingola è un documento fondamentale, che proietta il sindacato alla ricerca di dare risposte concrete ai vecchi e nuovi bisogni di quella parte della società più vulnerabile e bisognosa di essere rappresentata. Non ero presente a quello confederale tenutosi giorni dopo, so dalle cronache della presenza dei sindaci delle due più importanti città del comprensorio Gianni Papasso e Flavio Stasi. Cosa giusta e condivisibile, quello che non condivido assolutamente è in particolare modo un passaggio della relazione del rieletto segretario confederale Giuseppe Guido. E cioè quando si esprime a riguardo della raccolta delle firme per un nuovo referendum sulla fusione, promosso a Corigliano e Rossano. Ora si può essere contrari e si può esprimere la propria contrarietà, legittimamente in un contesto prettamente sindacale. Ma per il ruolo e la funzione che si ricopre quello che non si può fare è definire “pagliacciata”, la legittima e democratica iniziativa dei cittadini che considerano fallimentare l’esito di una fusione che non condividono con motivazioni altrettanto legittime. Bisogna essere molto cauti quando si sostengono alcuni concetti che vanno a ledere la sensibilità di chi fa uso dei propri diritti costituzionali. Molte di quelle centinaia di firme le hanno poste coloro che intendono rappresentare le istituzioni nel momento in cui si farà ritorno all’autonomia.

*Guseppe Sammarro Ex Responsabile Camera del lavoro Cgil Corigliano

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