di Rosella Librandi Tavernise

Maria Tavernise, donna operosa e ingegnosa, era la sorella dei valenti artigiani,  Salvatore, calzolaio con bottega in piazza Cavour (u Funnicu), Giuseppe, Battista,  Pietro e il figlio di questi, Filippo, falegnami con bottega in via San Francesco di Paola  e dei Minimi a Corigliano centro (dei quali ha scritto ampiamente nei suoi libri “Le botteghe di una volta”, il Prof. Giovanni Scorzafave).

Zia Maria era una fine ricamatrice: noi conserviamo come preziosi pezzi da museo alcune cuffiette per neonati da lei ricamate per i nipoti Filippo e Pasquale. Ricamare era l'attività tipica, ancora perdurante nel secolo scorso, delle donne di Corigliano, in un'epoca in cui esse non lavoravano fuori casa e questo artistico mestiere procurava loro un certo guadagno di cui potevano disporre in autonomia. Le “mastre” ricamatrici di Corigliano erano famose nei paesi del circondario: mia madre, di Vaccarizzo Albanese, nei primi anni '40, si fece ricamare a Corigliano alcuni capi del suo corredo di nozze. Oltre a ricamare e sferruzzare, zia Maria si industriava nel fare qualche altro piccolo lavoro: possedendo una robusta macchina macinapepe,su richiesta dei vicini, macinava il pepe rosso secco (paprika) usato in paese, tutt’ora, per impastare la carne delle salsicce e per condire alcune pietanze tipiche della nostra cucina tradizionale; inoltre sapeva costruire e riparare le coroncine del Rosario. Avendo frequentato la scuola, come tutti i suoi fratelli, era in grado di scrivere, per conto di suoi conoscenti, le lettere a figli lontani per il servizio militare e a parenti emigrati per lavoro e, poi, leggerne quelle di risposta in un'epoca in cui (erano i primi decenni del '900) era ancora diffuso l'analfabetismo in Italia, nel Meridione in particolare, soprattutto tra le donne. Sorprendente era l'avere organizzato a casa sua un “doposcuola” per aiutare i ragazzini a fare i compiti e insegnare a quelli che non frequentavano la scuola, per vari motivi, a leggere e a scrivere: essi trovavano da lei un ambiente quieto e tranquillo. Convinta dell'importanza dell'istruzione e del valore dello studio che fa progredire le persone socialmente e moralmente, incoraggiava i ragazzi del vicinato a studiare. Profondamente religiosa, Zia Maria frequentava con assiduità la Chiesa aiutando il parroco nella cura degli arredi e nell'organizzare alcune attività quali: l'associazione “Piccole figlie di Maria” e “ ‘a connicella”, cioè l'insegnamento delle preghiere e del catechismo. Pertanto, dal prete era tenuta in grande considerazione. La sua casa era luogo di incontro dei vicini che andavano a trovarla per ascoltare i “cos’ i Ddiji” (le cose della religione). D'inverno, attorno al braciere, raccontava in modo avvincente le parabole, episodi della Bibbia e altri racconti che avevano fini e insegnamenti morali. “Ronna Maria”, così chiamata dai conoscenti, era apprezzata per le sue qualità e rispettata da tutti. Per la sua disponibilità, ricambiata dai vicini con piccoli utili servigi, era un punto di riferimento per la gente del quartiere di San Pietro, allora molto popoloso, dove abitava nel vico V° Principe Umberto. Maria Tavernise è morta nel 1974 a Corigliano Calabro, dove era nata nel 1901, lasciando un buon ricordo nei suoi familiari e in coloro che l'avevano conosciuta. Parlando di zia Maria Tavernise ho voluto fare, seppure indirettamente, un omaggio a tutte le donne di Corigliano dei suoi tempi.

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