di Giulio Iudicissa

Si assopiscono alcuni, altri dormono un sonno profondo. Son tutti lì, comunque, in una stanza del cuore, la più remota, della quale nessuno ha la chiave. Non li vedi e non li senti, ma ci sono. Muti, invisibili, essi, i ricordi, vivono come in un lungo letargo, fuori dal tempo e dallo spazio. Un bel giorno, poi, ecco, uno d’essi, imprevisto, impensato, t’appare d’un tratto e riprende con te quel filo interrotto della favola antica. E così, oggi, 21 marzo, torna a me il tuo ricordo, Padre, per donarmi um momento d’incanto.

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