I Carabinieri della Compagnia di Corigliano Calabro hanno continuato l’azione repressiva per i reati contro gli stupefacenti nell’importante centro dell’alto Jonio, arrestando un cittadino romeno per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

Nello specifico nella serata di ieri i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile effettuavano una perquisizione mirata all’interno dell’abitazione di un cittadino romeno sita a Schiavonea e soprattutto all’interno dell’autovettura in suo possesso. Appena arrivati presso l’obiettivo ed accertata la presenza dell’uomo, l’atteggiamento tenuto dallo stesso insospettiva i Carabinieri. Infatti, dopo aver effettuato una minuziosa perquisizione dell’abitazione, i militari estendevano la stessa al suo veicolo parcheggiato esternamente, una vecchia Ford Fiesta con targa romena, nonostante l’uomo cercasse di celare le chiavi dell’autoveicolo. Dopo le prime attività negative nell’abitacolo, si concentrava l’attenzione nel portabagagli, dove, nascosti in un incavo dello stesso si rinvenivano tre grossi pacchi termosigillati di sostanza stupefacente del tipo marijuana, ancora da dividere, per un peso complessivo accertato essere di 320 grammi. Ma i rinvenimenti non finivano qui. La perquisizione continuava e sempre nel portabagagli dell’autovettura venivano trovate accartocciate diverse bustine in cellophane utilizzate per la successiva divisione della sostanza stupefacente. Il soggetto, ormai scoperto, dichiarava che il materiale rinvenuto era tutto di sua appartenenza e di essere un barista presso un esercizio commerciale di Corigliano Calabro, sebbene successivi accertamenti acclaravano che lo stesso era attualmente disoccupato. Sulla base di tutto il materiale rinvenuto e sottoposto a sequestro penale, il cittadino romeno, residente da tempo nella cittadina ausonica, incensurato, veniva arrestato per il reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio, così come concordato con la Procura della Repubblica di Castrovillari, coordinata dal Dott. Eugenio Facciolla e veniva tradotto in regime degli arresti domiciliari in attesa di essere giudicato dall’A.G. con rito direttissimo.

 

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