Il giudice per l’udienza preliminare Pietro Carè ha deciso di rinviare a giudizio Sandro Principe per l’inchiesta “Sistema Rende” condotta dalla Dda di Catanzaro, che il 23 marzo del 2016 aveva portato all’arresto dell’uomo politico, esponente del Psi prima e del Pd successivamente, più volte deputato e sottosegretario, sindaco di Rende e assessore regionale.

Principe è stato rinviato a giudizio per corruzione in atti amministrativi e concorso esterno in associazione mafiosa mentre è stato prosciolto dalle accuse di corruzione elettorale. Sono stati rinviati a giudizio per corruzione elettorale e concorso esterno l’ex sindaco di Rende Umberto Bernaudo, e l’ex assessore Pietro Ruffolo. Rinviato a giudizio per la sola corruzione elettorale Giuseppe Gagliardi, ex consigliere e assessore comunale. Il processo inizierà il prossimo 12 giugno. Nel corso dell’udienza il gup ha emesso le condanne per gli esponenti del clan Lanzino che avevano scelto il rito abbreviato. Si tratta di Adolfo D’Ambrosio (4 anni e 8 mesi), Michele Di Puppo (4 anni e 8 mesi), Rosario Mirabelli (ex consigliere regionale, 2 anni) e Marco Paolo Lento (2 anni). Assolti Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo. L’ipotesi accusatoria della Dda di Catanzaro ruota intorno all’attività di Sandro Principe, che con la collaborazione di Bernaudo e Ruffolo, avrebbe avuto un filo diretto con il clan Lanzino per assicurarsi i pacchetti di voti della sua organizzazione criminale e per la gestione della propaganda elettorale. All’epoca fece anche scalpore la circostanza che il boss Ettore Lanzino fosse stato assunto in una delle cooperative del Comune di Rende.

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