di Cristian Fiorentino

Mesi intensi di riti e feste patronali per l’unità parrocchiale contenente le frazioni di Thurio, Torricella, Fabrizio, Apollinara e San Nico. Ampia comunità territoriale, guidata da Don Vittorio Salvati e assistita dai giovani viceparroci Don Luigi Martino e Don Raffaele Forellino, che è reduce da settimane impegnative ma appaganti sotto più profili.

La devozione è stata ancora una volta sinonimo di compartecipazione e associazione che assume ancora più peso specifico quando si parla di zone dell’hinterland. L’ultima in ordine cronologico è stata la festa di “San Nicola di Bari” celebrata nella popolosa frazione di Fabrizio. Chiesa dove è stata recitata la novena di preparazione, dal 21 al 29 luglio, è incentrata sulla riscoperta alla Santità attraverso la figura del Venerabile miroblita  di origine greca. Oltre ai parroci dell’unità parrocchiale, nel corso delle singole giornate hanno officiato Messa anche altri parroci della vicaria coriglianese, ad iniziare da Don Francesco Ansalone, Don Agostino Stasi, Don Maurizio Biondino (già parroco per diversi anni a Fabrizio) e Don Gaetano Federico. Nel giorno delle solennità di “S. Nicola”, domenica 30 luglio scorso, la Celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal novizio parroco Don Marco Fazio e concelebrata da Don V. Salvati proprio presso il residence intitolato al Santo protettore. Tanti i momenti largamente condivisi dai fedeli, oltre alla Messa, così come la processione senza contare la festa civile conclusasi con il gettonato concerto della band dei “Giardini dei Semplici”.

A chiusura i classici fuochi pirotecnici. Filo conduttore che unisce le collettività territoriali e che, in contrada Apollinara, ha visto i festeggiamenti in onore di “Sant’Apollinare” lo scorso 23 luglio, anche se da calendario la memoria liturgica si onora il 20 luglio. “Sant’Apollinare” di Antiochia di Siria, discepolo diretto di San Pietro lo accompagnò fino a Roma, divenne vescovo e mandato in Emilia-Romagna, fondò la chiesa a Ravenna dove morì martire e di cui è Santo Patrono. Santo Patrono, però, anche dalle contrada coriglianese che porta il suo nome e dove la festa è stata ripresa attraverso una oculata programmazione. Onorato il triduo in onore di S. Apollinare coordinato da Don R. Forellino e dove il simulacro del S. Patrono è stato portato per le tante vie e rioni di campagna. Anche in questa circostanza la Messa solenne ha visto un’ottima adesione dei residenti arricchita dalla presenza canora del coro, composta dai diversi membri di tutte le frazioni riunenti l’unità parrocchiale. Anche in questo caso, per lo spazio sociale e per ben due serate, non è mancata l’animazione musicale e l’intrattenimento per piccoli, adulti e per tutti i presenti. Facendo un balzo a giugno, invece, l’unità parrocchiale ha celebrato, in contrada Torricella, anche il “Corpus Domini”.

È una delle solennità principali dell’anno liturgico della chiesa cattolica e letteralmente è la festa del “Corpo e Sangue di Gesù Cristo” che si celebra nella domenica successiva alla “Santissima Trinità”. Quest’anno è caduta l’11 giugno e presso la parrocchia di Torricella si sono radunati i fedeli di tutte le cinque contrade coriglianesi, ognuna presente con il proprio gonfalone. Alla Celebrazione all’aperto ha fatto seguito la tradizionale processione del “Corpus Domini” dove ogni comunità ha donato per l’occasione un paramento sacro: Apollinara l’ombrello processionale, Fabrizio il velo omerale, San Nico l’Ostensorio e  Thurio il piviale. Secondo quelle che Beato Don Tonino Bello amava definire “Dioincidenze”, pur di proprietà e portati da ogni singola chiesa, tutti gli arredi facevo parte dello stesso paramento originario, con lo stesso disegno e realizzazione, e non sembravano assemblati proprio perché in realtà non lo erano. Lo stesso Don V. Salvati ha chiosato: «Sigillo capitato proprio nella festività del Corpus Domini proprio alla nostra unità parrocchiale, composta da molteplici anime, e perché siamo tutti sotto il segno di Cristo testimone dell’unicità e della molteplicità». Ma le feste patronali della comunità religiosa allargata non sono finite e il 19 e 20 agosto sono in programma, presso la frazione San Nico, i festeggiamenti in onore di “San Gaetano Catanoso”. S. Catanoso è un Santo calabrese di Chorio di San Lorenzo (Rc) dello scorso secolo e si operò per un centro per la diffusione della vita eucaristica.

Promosse e sostenne progetti di mantenimento per le vocazioni ecclesiastiche e fondò la “Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo”. Definito "Confessore della Chiesa reggina", fu cappellano delle carceri e dell'ospedale, padre spirituale del seminario diocesano, canonico penitenziere della cattedrale. Nel 1997 fu beatificato da papa Giovanni Paolo II e proclamato santo da papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2005. Tra le sue massime ritroviamo “Il volto Santo è la mia vita. Lui è la mia forza” Anche qui prevista la novena e la celebrazione delle Messe con diversi parroci: il 17 agosto alle ore 19 con Don Mimmo Laurenzano, parroco del “Sacro Cuore” a Rossano; il 18 alle 19 con Don Domenico Simari, direttore del servizio di pastorale giovanile e vocazionale diocesano. Il 19 agosto, ore 19, e il 20, ore 17:30, Celebrazione Eucaristica Solenne. Il 18 è prevista anche la processione con il simulacro del Santo in contrada Sanzo- Piscopello Gabelluccia, il 19 per le vie di Mandria del Forno e il 20 per le strade di San Nico. Per la festa civile annunciato il 19 agosto il concerto di “Franco Simone” e il 20 animazioni di diverse scuole di ballo cittadine. Per ciò che concerne la chiesa di Thurio, invece, va ricordato che la comunità è dedita a “San Telesforo”, nato a Terranova da Sibari all'epoca nell'agro Thurino.

Prima di arrivare a Roma, avrebbe vissuto a lungo in Palestina e in Egitto. Viene indicato tra gli eremiti del Monte Carmelo e, infatti, i carmelitani lo elencano tra i loro santi. È stato l'ottavo vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica tra il 127/128 e il 137/138 ed è venerato dalla chiesa cattolica e ortodossa. Proprio nell’attuale chiesa di Thurio di “S. Telesforo”, lo scorso 29 giugno c’è stata la prima visita dell’arcivescovo M. Aloise . Tirando le somme, anche se gli ostacoli da superare vi sono, il lavoro, la dedizione e la passione a questa unità parrocchiale non mancano così come abbondano le partecipazioni che confluiscono in una direzione univoca: sempre tesa ad allacciare ponti e sinergie e adatti ad unificare contrade lontane geograficamente ma vicine nello spirito.

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