Fonte: comunicato stampa

In occasione del 42esimo anniversario dell’attentato alla Stazione Centrale di Bologna, che esattamente alle 10.25 del 2 agosto 1980 provocò la morte di 85 persone con oltre 200 rimaste ferite, nel commemorare tutte le vittime ricordiamo la storia di MARIA IDRIA AVATI che oggi giace nel cimitero di Rossano. Maria aveva desiderato di trascorrere una lieta vacanza in trentino, con due dei suoi tre figli. Avrebbe voluto partire dalla Calabria, dove risiedeva, durante le ore del mattino, per poter ammirare il panorama durante il lungo viaggio. Ma le fu proposto di prendere il treno della notte che sarebbe arrivato a Bologna l’indomani mattina. Maria Partì con la figlia Giuditta e riposò tranquilla nello scompartimento. Una bambina di tre anni che viaggiava con la mamma le ricordava la nipotina lasciata a Rossano. Il treno quel giorno era in ritardo di due ore e arrivò alla stazione di Bologna solo verso le dieci. Giuditta chiese l’aiuto di un facchino per trasportare le valige, e fece accomodare sua madre nella sala d’aspetto. Decise di approfittare di quel momento per andarsi a rinfrescare, e siccome aveva voglia di camminare dopo il lungo viaggio decise di fare alcuni metri in più e di raggiungere i servizi più lontani. “Mentre ero là udii un boato fortissimo che fece tremare tutto intorno a noi. […] Non sapevo dove dovessi dirigermi perché non riconoscevo più dove fosse la sala d’aspetto, né il bar. Tutto era diventato solo macerie. Dov’era mia madre'” Con grande forza Giuditta riuscì a trovare la madre, ancora viva, e a trasportarla fuori, ove un’ambulanza la caricò, senza dare però la possibilità a Giuditta di salire. “Non sapevo quindi dove cercarla. […] Ricordai di avere un’amica a Bologna; telefonai anche a lei. La sua famiglia mi invitò a recarmi presso di loro. Un ragazzo che accompagnava la fidanzata in macchina, mi vide disorientata mi invitò a salire per condurmi dove volessi. Fu davvero cordiale e sensibile.” Solo dopo aver girato tutti gli ospedali Giuditta accompagnata dalla sorella dell’amica che è medico, giunse per la seconda volta all’ospedale Maggiore, ove sua madre era spirata. «L'ordigno che 42 anni or sono uccise a Bologna persone casualmente presenti quella mattina alla stazione ferroviaria, risuona ancora con violenza nel profondo della coscienza del Paese. Fu un atto di uomini vili, di una disumanità senza uguali, tra i più terribili della storia repubblicana. Un attacco terroristico che pretendeva di destabilizzare le istituzioni democratiche e seminare paura, colpendo comuni cittadini impegnati nella vita di tutti i giorni». Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980.

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