Per il quinto anno consecutivo il Centro Socio-Culturale per anziani di Corigliano Scalo ha celebrato la “Festa dei nonni”. Ricordiamo che questa è una ricorrenza che in Italia esiste dal 2005, quando fu introdotta con una legge apposta.

Il nostro Centro ci tiene particolarmente a questa festa perché i nonni stanno tornando a fare i nonni, dando anche una grande lezione di civismo ai più giovani. La festa per noi è un momento anche di riflessione su quella che è la condizione dei nonni, ma soprattutto il ruolo che nonni hanno oggi nella società coriglianese-rossanese, calabrese e italiama. I nonni sono in campo: l’80 per di loro si cura dei nipoti fino all’età di 13 anni. E intanto sono sempre loro, i nonni, che ritroviamo, da pensionati, a tinteggiare scuole dove hanno lavorato, a raccogliere mozziconi dove sono andati al mare, ad accompagnare i bambini quando devono attraversare la strada dopo la scuola. Ad aiutare altri nonni, questi non autosufficienti.

Basterebbero già questi motivi, ai quali però dobbiamo aggiungere l’enorme amore che arriva da un nonno o da una nonna, per non ricordarci di loro solo quando dobbiamo chiedere soldi o un aiuto in famiglia. Viva i nonni. E lunga vita ai nonni. Sono già 12 milioni e mezzo in Italia, ma per effetto della curva demografica, si tratta di un pezzo della popolazione destinato ad aumentare, e tanto. Ma prima e dopo i numeri, viene un fatto che possiamo verificare tutti i giorni nelle nostre case e nelle nostre famiglie: senza i nonni la nostra vita sarebbe peggiore e più complicata.  E dunque, guai a sprecarli solo perché l’età avanza con i suoi danni e i suoi segni. Viva i nonni se sono molto anziani, poco lucidi, e sono ritornati bambini. Ci accompagnano nell’universo della memoria e nella profondità della vita autentica, ci fanno sentire utili, in grado di dare a chi ha tanto dato a noi. E mentre ci chiedono di non abbandonarli nella solitudine, ci danno compagnia e calore. Sempre. E viva i nonni quando, lucidissimi, diventano essenziali nel sostegno agli equilibri familiari. 

L’Italia invecchia, e ogni giorno si contano 30 nuovi ultrasettantenni, con una stima di quasi il 30% della popolazione over 65 entro il 2030. Invecchia, con problemi per la rete assistenziale pubblica, per le pensioni e per la spesa sanitaria. Ma anche con il motore in più di una grande risorsa che cerca di contenere l’urto del disagio dei giovani. Ma essere nonno, o nonna, è anche una grande avventura umana, un viaggio in un’età dove il crepuscolo del corpo e del tempo si abbina a nuovi slanci, a nuove energie, e perfino a un ritorno alle emozioni infantili. Scrive Aristofane, nella commedia Le nuvole: ” I vecchi sono bambini per la seconda volta”.

 

Il Presidente del Centro Socio-Culturale per anziani di Corigliano Scalo - Giorgio Sicolo

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