Foto: Maria Brunella Stancato (Presidente regionale Senior Italia Calabria)

Cosa vorresti da "Babbo Natale" in regalo? Questa domanda è stata posta ai "nonni calabresi", quelli che ne hanno viste di più e tra uno scherzo e una risata è venuta fuori una amara verità.

Amara e sconcertante perchè tutti hanno chiesto la salute, il potersi curare e quindi, inevitabilmente, una sanità degna di questo nome. Potrebbe sembrare una paradossale provocazione però purtroppo è proprio vero, in Calabria è vietato ammalarsi. Intendiamoci, sarebbe meglio non ammalarsi mai ma in Calabria più che altrove brindisi alla salute e che Dio ce la conservi più a lungo possibile. Non si spiega diversamente l'imponente emigrazione sanitaria, del resto. Diciamocelo francamente, in Calabria la situazione nel complesso è estremamente critica. Quasi drammatica. Un paziente su sei emigra verso le strutture del Centronord per cure e ricoveri a volte persino ordinari. Le cause principali del fenomeno (che si traduce in forti disagi per i malati e squilibri economico-finanziari per tutto il Sistema sanitario) vanno ricercate nella limitata dotazione di posti letto nella regione ma soprattutto nell'insufficiente qualità clinico-gestionale. O in tutte e due le cose insieme, tanto che si rendono necessari interventi sia tecnici che politici. Il quadro emerge dallo studio del Cergas (Centro di Ricerche sulla Gestione dell'assistenza Sanitaria Sociale) dell'Università Bocconi su "I flussi della mobilità ospedaliera interregionale". (Fugatti, in visita qualche giorno fa in Calabria). Denunce dai territori.Anche dai territori si solleva di continuo la denuncia: pochi mesi fa alcuni sindaci hanno rappresentato in un sit in di protesta la grave situazione dell'ospedale di Locri, una struttura "a media intensità di intervento" (spoke) da 2S0 posti letto per un bacino di 150mila persone, all'interno di un territorio mal collegato, che, secondo i medici, «oggi può ricevere solo 80 ricoverati». Nell'ospedale mancano strumentazioni fondamentali (risonanza magnetica, mammografo, ecografi). Ed è da anni sotto organico ma è solo questo un esempio, uno dei più rappresentativi, della drammatica carenza di posti letto in Calabria. Caro "Babbo Natale" noi siamo anziani e non abbiamo la forza di fare lunghe file di attesa negli ospedali per prenotarci prima e per avere una visita quasi sempre dopo un anno. Caro "Babbo Natale" l'organizzazione della Sanità territoriale funziona, per dirla semplice, a macchia di leopardo. Noi non sappiamo come è organizzata tutta la Sanità sappiamo solo che tutti pronunciano grandi paroloni ed a volte non riusciamo a capire e cosi rinunciamo a curarci o peggio a non fare prevenzione. Caro "Babbo Natale" è vero che sono anziano ma la vita è bella ed io vorrei viverla in salute. Sai caro "Babbo Natale" la notte sogno di stare male e mi rivedo in un letto candido e pulito che profuma di illibato. Sogno di essere in una clinica dove sono accudito e curato per come merito e per come ce ne sono tantissime in Calabria che svolgono il loro lavoro con serietà e dedizione in convenzione con il Servizio sanitario nazionale. E meno male che ci sono loro, verrebbe da dire. !cosiddetti imprenditori privati della sanità che poi di privato, nella salute, non c'è nulla dal momento che operano in regime di convenzione con il sistema sanitario nazionale. Sanità accreditata che per fortuna compensa le gravi inadempienze del cosiddetto "Stato sociale", regno di sprechi spesso e di incompetenze. Caro "Babbo Natale" è mai possibile che per curarmi devo emigrare in un'altra regione, è mai possibile che la sanità cosiddetta privata (che privata non è) è di gran lunga superiore alla sanità cosiddetta pubblica (che di pubblico non ha niente)? Caro "Babbo Natale" è mai possibile che quando ti capita di entrare in un ospedale pubblico è come entrare in un incubo mostruoso? Caro "Babbo Natale" in Calabria ci sono tantissime verità e tantissime bugie, non è vero che la sanità calabrese è tutta allo sbando ma purtroppo, come amiamo fare noi calabresi, guardiamo sempre l'erba del vicino che ci sembra più verde ed alla prima difficoltà decidiamo di emigrare, azione che impoverisce ancora di più l'organizzazione sanitaria. Caro "Babbo Natale" In Calabria ci sono bravissimi medici ed altrettante bravissime persone che amministrano la sanità, ma non riesco a capire perché quasi tutto non funziona. Perciò, caro "Babbo Natale", ti scrivo per non sentirmi solo e per chiederti un dono: fa che la sanità funzioni e che tutti possano avere assistenza sanitaria adeguata e tanta salute. Per i "nonni della Calabria"

Maria Brunella Stancato, - Presidente Regionale Senior Italia Calabria

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