Il rapporto tra 'ndrangheta e massoneria deviata «purtroppo è stato colpevolmente sottovalutato per decenni dalla magistratura, dalle forze dell'ordine e soprattutto dalla politica».

Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, nel corso dell'iniziativa "Legal Economy" promossa dall'Itc "Grimaldi Pacioli". «Il rapporto tra 'ndrangheta e massoneria deviata - ha ricordato - si è "istituzionalizzato" negli anni '70 con la creazione della "Santa" e della figura del "Santista", che può far parte della 'ndrangheta e della massoneria deviata. In questo modo si entra in contatto con i quadri della pubblica amministrazione e con professionisti, in pratica in una loggia massonica deviata si partecipa alla co-gestione della cosa pubblica. Il rapporto con la massoneria deviata - ha concluso Gratteri - è il grande salto di qualità della 'ndrangheta, che così esercita il potere reale. Questo purtroppo è stato colpevolmente sottovalutato per decenni dalla magistratura, dalle forze dell'ordine e soprattutto dalla politica». Il tema della legalizzazione delle droghe «non è una vera esigenza del Paese», ha aggiunto Gratteri. «In primo luogo - ha rilevato ribadendo la sua posizione già espressa in precedenza al riguardo - dal punto di vista scientifico non è esatto parlare di droghe leggere e droghe e pesanti. Sbaglia chi ritiene che la legalizzazione delle droghe leggere consentirebbe di impiegare le forze dell'ordine per cose più importanti, perché in una piazza in cui si spaccia comunque le forze dell'ordine devono intervenire per lo spaccio di altre sostanze, e quindi questa motivazione non regge. Così come - ha aggiunto Gratteri - non è vero che con la legalizzazione delle droghe legge si impoveriscono le mafie e lo Stato incassa denaro: se si considera che al mercato nero un grammo di marijuana costa 4-5 euro mentre in farmacia costerebbe 10 euro, perché un giovane dovrebbe pagare dieci euro per averla quando può procurasela a molto meno? E inoltre, non c'è nessuno al momento che possa dire che la droga non crea dipendenza o non fa male. La legalizzazione delle droghe leggere - ha osservato il procuratore di Catanzaro - non è una vera esigenza del Paese rispetto a altri gravi problemi». «I governi che si sono succeduti negli ultimi decenni hanno investito sempre meno in istruzione» e questo «è un male per la nostra nazione», ha detto poi Gratteri rispondendo alle domande degli studenti. «Parlo di istruzione prima che di cultura - ha proseguito - perché l'istruzione è la prima cosa, fornendo ai ragazzi gli strumenti per apprendere. Oggi vedo che c'è una scuola sempre più blanda, più leggera, oppure assistiamo a tanti "caproni" che si laureano in legge anche perché c'è un sistema che assegna i contributi alle Università in base al numero degli iscritti. Questo - ha spiegato Gratteri - è un male per la nostra nazione, soprattutto rispetto a tante altre nazioni. È colpa soprattutto della politica: sia chiaro, non sto salvando nessuno negli ultimi 25 anni». Secondo il procuratore di Catanzaro «c'è stato poi in generale negli ultimi decenni un abbattimento della morale e dell'etica, una scostumatezza che porta ad avere anche genitori "animali" che vanno negli istituti scolastici e aggrediscono gli insegnanti: questa è la forma peggiore di educazione, perché se il ragazzo appartiene a una famiglia perbene si chiude nella sua stanza guardando solo internet o il cellulare, se è il figlio di mafioso la sua cultura mafiosa viene ulteriormente alimentata. Ecco perché insisto sempre sulla scuola a tempo pieno. Gli insegnanti italiani sono l'ultima spiaggia per costruire il cammino degli studenti e però sono i peggio pagati dopo quelli della Grecia. La mia paura - ha concluso Gratteri - è che stiamo crescendo ragazzi abbandonati loro stessi».

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