Fonte: Comunicato stampa

«L’entità debitoria delle aziende della sanità calabrese resta incerta. Peraltro, ancora manca il Programma operativo di aggiornamento del Piano di rientro, che, ove approvato, consentirebbe di ricevere parte dei 180 milioni stanziati nel secondo decreto Calabria quale contributo, sia pure insufficiente, per la tutela della salute».

Lo afferma, in una nota, il deputato uscente Francesco Sapia, che precisa: «L’incompleta ricognizione dell’Asp di Cosenza, che per il momento ha ricostruito debiti per 386 milioni, conferma quanto già avevo detto sulle emergenze della sanità calabrese a proposito dei bilanci aziendali e della necessità che lo Stato ci metta mano con proprio personale qualificato. C’è un’altra questione prioritaria: bisogna evitare per tempo – auspica il deputato – che nelle prossime settimane si blocchi la gestione delle aziende del Servizio sanitario regionale. Il secondo decreto Calabria scadrà a novembre, che in pratica è arrivato, e perciò si rischia una nuova instabilità del management sanitario. Ancora non è noto se il decreto in argomento verrà prorogato e in quali termini. Mi auguro che intanto il commissario Roberto Occhiuto riesca a farsi approvare il nuovo Programma operativo. Sarebbe ora, visto che dalla sua nomina è passato quasi un anno». «Infine, non capisco – conclude Sapia – come si possa determinare il fabbisogno di personale delle aziende della sanità calabrese in base a una norma che obbliga a riferirsi agli organici del 2004, quando la medicina era totalmente diversa. A titolo gratuito mi offro di scrivere specifici emendamenti per il prossimo disegno di legge di Bilancio, ad uso dei parlamentari appena eletti in Calabria, volti a correggere questo ingiustificabile paradosso".

Francesco Sapia - parlamentare -

 

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