Fonte: www.corrieredellacalabria.it

L’Aula Ssp1 dell’Università della Calabria ospita il seminario dal titolo “La Calabria nel voto nazionale”. Organizzato dall’Osservatorio Politico-Istituzionale del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, l’incontro è diventato, da tempo, un tradizionale appuntamento per analizzare “a caldo” i risultati, i comportamenti elettorali dei calabresi e le prospettive politiche che il risultato prefigura.

Alle analisi dei professori Domenico Cersosimo, Antonio Costabile, Roberto De Luca e Valeria Tarditi, hanno fatto seguito gli interventi di alcuni dei protagonisti della campagna elettorale: Anna Laura Orrico (Movimento 5 stelle) e Vittorio Pecoraro (Partito Democratico). Il seminario è stato introdotto e coordinato dal professore emerito Piero Fantozzi. 

La “vittoria” dei Cinquestelle in Calabria

Senza dubbio il Movimento 5Stelle si è imposto in Calabria nelle recenti elezioni politiche, diventato il primo partito in regione. Comparando il dato con le precedenti elezioni del 2018, «troviamo molti elettori che avevano votato per i pentastellati e che evidentemente, questa volta, si sono astenuti», osserva il professore Roberto De Luca docente Unical di Sociologia dei movimenti politici. Sui motivi dell’exploit del partito guidato da Giuseppe Conte, il prof puntualizza: «il voto non è bassato soltanto sul reddito di cittadinanza, asserirlo sarebbe falso, secondo me piuttosto è stata una mancanza del Partito Democratico che non è più uscito a rapportarsi anche nei messaggi agli elettori». Ragion per cui, «vi è stato un ripiego verso i Cinquestelle».

L’astensionismo e la volatilità del voto

Molti gli elettori indecisi, quelli disincantati e ormai agli antipodi rispetto all’attività politica sia essa attiva che passiva. Tutta colpa della «decadenza dei partiti», dice il prof. De Luca che aggiunge: «ormai ci si basa solo sulla leadership, è questa l’idea che attira gli elettori. Preferiscono votare per un leader perché affidano a quella persona la soluzione dei problemi che affliggono il Paese». Senza dubbio, anche questa tornata elettorale ha portato al crollo delle percentuali di consenso di alcuni storici partiti, come ad esempio la Lega e alla conseguente caduta dei rispettivi candidati. Nel caso del Carroccio, pare evidente la debacle del leader Matteo Salvini. Nulla di nuovo per De Luca, «in passato è toccato a Renzi cadere giù dopo aver ottenuto ottimi risultati, questa volta è toccato a Salvini». Nonostante il crollo della Lega e la “resistenza” di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni hanno conquistato la maggioranza dei consensi. Un numero cospicuo di voti che – con tutta probabilità – permetterà alla leader di governare il Paese. «Il centrodestra mantiene una percentuale costante ormai da più di 25 anni. A volte è un partito rispetto agli altri a ricevere maggiori consensi, ma la percentuale resta sempre la medesima», continua De Luca che poi introduce il tema della «volatilità del voto». «L’elettore cambia idea e partito, oggi troviamo elettori di centrodestra che nella precedente tornata elettorale si erano espressi a favore di un altro partito, magari dei Cinquestelle». «Il dato di fondo – chiosa – è proprio la volatilità elettorale che ormai caratterizza tutte le elezioni, non solo quelle politiche».

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