Fonte: www.corrieredellacalabria.it

di Luca Latella

Dura lex, sed lex. La “legge” delle urne è implacabile e conferma ancora una volta la sonora bocciatura del Partito democratico di Corigliano Rossano, da sempre allergico alle analisi post voto ed a provvedimenti “alla Letta”, nonostante le batoste reiterate.

L’ennesima débâcle sta scivolando via nel silenzio più assoluto di un partito che – lo dicono impietosamente i numeri – ha voltato le spalle ai suoi candidati alla Camera ed al Senato. Soprattutto a Gianni Papasso, “vicino di casa”, sindaco di Cassano allo Ionio che coraggiosamente si è gettato nella mischia, uomo del territorio al quale non è stato offerto alcun supporto. Anzi, si mormora che pur ricercando una sponda nel suo collega di Corigliano Rossano, non abbia ricevuto in cambio nemmeno una “risposta”, nel senso più fisico del termine. Appena 2050 voti alla Camera, pari al 9,21% e 1901 al Senato, ovvero l’8,51% – 8,86% di media – sono la rappresentazione plastica del fallimento dell’azione politica impressa al Pd locale, dal congresso in poi a "trazione" Flavio Stasi. Sarebbe, peraltro, troppo facile gettare la croce addosso ai dirigenti di oggi – tra l’altro sono anche quelli di ieri – perché i fallimenti elettorali quasi non si contano più. L’ultimo di questi tracolli in ordine di tempo – le Politiche – potrebbe essere considerato ancor più grave se si parte dal presupposto della dichiarata appartenenza al centrosinistra dell’amministrazione comunale e della maggioranza consiliare, con l’aggravante di quel gruppo di fedelissimi del sindaco tesserati nel Pd e tanto di partecipazione di Stasi alla Festa dell’Unità

«Stasi ha sostenuto i cinque stelle»

E mentre consiglieri di maggioranza lanciavano chiari endorsement al Movimento Cinque Stelle sui social, qualche consigliere di opposizione è convinto che lo stesso Stasi – seppur da molti mesi in trattativa col Pd dal quale, si dice, vorrebbe essere ricandidato sindaco – abbia ammiccato coi pentastellati. «Alle lezioni regionali – commenta Gino Promenzio, già candidato sindaco, tesserato dem deluso – Stasi non si è impegnato a sostenere nessuno, alle provinciali ha flirtato col centrodestra e centrato il miracolo di far perdere il Pd, alle Politiche ha votato cinque stelle. D’obbligo, a questo punto, che il centrosinistra prepari un’alternativa al disastro politico del primo cittadino di Corigliano Rossano, fatto di malamministrazione, slealtà elettorale, bitumazioni preelettorali e livellari per padroni». Peraltro, con quei numeri, se le elezioni del 25 settembre possono essere interpretate come una sorta di tagliando politico per un’amministrazione ed una maggioranza di centrosinistra – a 19 mesi dalle elezioni comunali – la bocciatura delle urne è ancor più sonora e rinforzata dai consensi del M5S in città (il 37,45% alla Camera ed il 35,65% al Senato).

Chi sta con Stasi e chi no

La sofferenza del Pd, tuttavia, parte da lontano. Se è vero com’è vero che alle competizioni elettorali i dem locali sono reduci dal 7,01% alle ultime Regionali, al 14,09% in quelle precedenti (nel 2020 ma con Aldo Zagarese candidato), al 10,41% (a Rossano) e 10,29% (a Corigliano) delle Politiche 2018; all’8,58% alle Amministrative rossanesi nel 2016 ed al 10,90% in quelle coriglianesi nel 2013, è evidente lo scollamento con l’elettorato di centrosinistra. Elettori, quindi, delusi dalla gestione di un partito sempre più radical chic, lontanissimo dai bisogni del popolo e consumato dalle diatribe e dalle correnti che da decenni lo stanno dilaniando dall’interno. Un partito storicamente diviso in mille rivoli e fazioni, oggi frazionato in due grandi macroaree: chi sta con Stasi e chi no, con percentuali vicinissime al fifty-fifty ed una diaspora già iniziata. Zagarese, ad esempio, eletto nel Pd tra le fila dell’opposizione, capogruppo in consiglio comunale e già sub commissario provinciale del partito, coerentemente se n’è andato sbattendo la porta perché in disaccordo con la linea pro-Stasi. Potrebbe “strappare la tessera” anche Promenzio, capogruppo di Civico e Popolare, se il Pd dovesse scavalcare la staccionata per posizionarsi in maggioranza, a supporto del sindaco, con presumibili ripercussioni in giunta, nello Stasi ter. 

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