Come volevasi dimostrare. Le inascoltate segnalazioni in ordine ai disservizi che le mancate modifiche alla riforma del welfare avrebbero portato con sé si stanno dimostrando, alla prova dei fatti, fondate.

Lo sostiene il consigliere regionale Gianluca Gallo, che nelle settimane passate aveva a più riprese invitato il governo regionale, nella persona del presidente Mario Oliverio – tra l’altro anche titolare delle deleghe alle politiche sociali – a rimediare alle storture della riforma varata dal centrosinistra e ad agire in particolare sul versante del trasferimento delle competenze funzionali ed economiche ai Comuni, oltre che su quello della compartecipazione economica dei cittadini alle spese necessarie per vedersi garantiti i servizi di assistenza, soprattutto quelli riservati ad anziani, minori e persone con disabilità. «E invece – osserva Gallo – ad oggi, nonostante siano trascorsi quattro mesi dalle prime segnalazioni, peraltro ribadite in sede di audizione davanti alla competente Commissione consiliare regionale anche dalle associazioni di categoria, nulla è stato fatto e le prime crepe, come prevedibile e previsto, iniziano a venire fuori». La certificazione è negli atti ufficiali: nei giorni scorsi la Regione è stata costretta a diffidare formalmente diversi Comuni per non avere gli stessi nemmeno avviato le operazioni di rilevazione dei bisogni ed i conseguenti adempimenti autorizzativi. «A fronte di ciò – sottolinea l’esponente della Cdl – il Dipartimento ha dovuto ventilare il possibile ricorso ai poteri sostitutivi, a testimonianza della gravità della situazione. Peraltro, quello che si sta verificando è solo la punta dell’iceberg». Altri, infatti, sarebbero i problemi esistenti e non visibili, anche se ugualmente gravi: «A parte le problematiche legate alle assunzioni ed alle qualifiche del personale, che meriterebbero uno specifico approfondimento, dal primo Gennaio – prosegue Gallo – le strutture socioassistenziali operano senza convenzione, dal momento che i Comuni, che avrebbero dovuto procedere alla stipula dei nuovi accordi, si sono fermati, in attesa che la Regione trasferisca loro le competenze economiche. Di conseguenza, le strutture stanno erogando prestazioni sulla parola, peraltro senza poter fatturare». Ancora: «Va da sé che tutto questo si ripercuote negativamente anche sui cittadini: gli utenti che oggi presentano richiesta di inserimento in una struttura non ricevono risposta alcuna dal momento che molti Comuni indugiano perché al momento non è ancora chiaro chi poi dovrà sopportare i costi dell’ospitalità e del trattamento». Una questione, quella della spesa, che tocca direttamente anche i calabresi: «Nel sistema pensato dalla giunta Oliverio – incalza Gallo – è prevista la compartecipazione dei cittadini: chi gode del servizio è chiamato a pagarlo in parte, anche se è senza reddito. Avevamo più volte lamentato l’iniquità di questa previsione, chiedendo immediati interventi riparatori. Come al solito, alle promesse non sono seguiti fatti. Col risultato che anche chi ha un Isee al di sotto dei 4.000 euro è tenuto a pagare». Conclude Gallo: «Sono evidenti, e adesso anche tangibili, i guasti arrecati da scelte discutibili e, ancor più, dall’inerzia seguita alle pur documentate e ripetute richieste di intervento. A questo punto, per scongiurare il blocco completo del sistema del welfare, alla luce delle permanenti inadempienze del governatore, chiederemo che la questione venga discussa quanto prima in consiglio regionale: sono sicuro che in quella sede la sensibilità dei consiglieri regionali consentirà di individuare le soluzioni che la giunta sin qui è stata incapace di ricercare e adottare».

Avv. Gianluca Gallo - Consigliere regionale della Calabria

 

 

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