Foto: Assessore Tommaso Mingrone

Egr. Assessore Candiano, ho partecipato anche io all’incontro tenutosi nella sala giunta della sede comunale a Rossano e ho letto la tua stupita reazione , che mi stupisce, essendo tu un navigato ed esperto politico. Di vicende simili è piena la storia delle due città.

L’incontro-confronto era di natura squisitamente tecnica su alcuni punti specifici, preannunciati con lettera del 21 agosto, resa poi pubblica. Mi sono deciso a scriverti  per cercare di  svelenire il clima e riportare la discussione entro binari più equilibrati. Io ero contrario ad ogni forma di comunicato,per consentire che  gli incontri  proseguissero nella massima serenità. Si è preferito farne uno e sappiamo che le notizie e i comunicati non sono mai neutri e quello fatto da voi  lasciava intendere che tutto era appianato e che i problemi erano stati quasi risolti. Questa era una deformata e inesatta ricostruzione dell’incontro avvenuto a cui era inevitabile una contro risposta puntuale e piccata. Non bisogna stupirsi per questo! All’Amministrazione di Corigliano Calabro  dei bilanci degli altri comuni  e della loro situazione finanziaria non interessa granchè; a casa loro possono fare quello che ritengono opportuno. Così della situazione finanziaria del comune di Rossano non sarebbe interessato nulla se non ci fosse stato di mezzo il discorso della fusione fra i due comuni e il prossimo referendum. La comparazione fra i due bilanci, è stato detto, serviva sia per verificare lo stato di salute dei due promessi sposi, sia per la proiezione di una simulazione di bilancio unificato ma anche ad acquisire dati per poter dare  ai cittadini un’informazione completa e dettagliata sulla situazione finanziaria e sugli sviluppi futuri in vista del voto. Riconosco che in questo momento si parlano lingue diverse. Voi, a Rossano,  parlate della fusione in termini esclusivamente politici e tutti gli altri aspetti li considerate marginali, noi, a Corigliano, consideriamo importanti oltre a quelli politici gli aspetti finanziari e programmatici ed è sbagliato considerarli strumentali. Il confronto che c’è stato per voi era quasi inutile (infatti sono passati nove mesi dalla prima richiesta), per noi era necessario e tardivo. Per questo i nostri tecnici sono stati puntigliosi e talvolta  incalzanti nel chiedere chiarimenti che, bisogna ammetterlo, sono stati evasivi o non ci sono stati, tanto da lasciare in piedi ogni perplessità rappresentata. Io non sono un tecnico ma  mi sembra molto riduttivo  e fuorviante sentire parlare solo di problemi di interpretazione dei dati  o di metodiche diverse usate. Il vero problema è che dai Vs conti , per come mi riferiscono i ns. uffici, risultano quantomeno: a) fondi vincolati non ricostituiti per 1.400.000 (riguardanti il fondo consortile) e non si sa quanto di quello straordinario per calamità; b) 3/4 parametri di deficitarietà sforati; c) residui attivi verosimilmente inesigibili da verificare attentamente, atteso un riaccertamento che da adito a non pochi dubbi procedurali e di risultato ; d) un debito pro capite maggiore di 620 euro che graverebbe per la metà sui cittadini di Corigliano; d) un contenzioso in atto cui dovere fare fronte pesantemente e in assenza di un apposito fondo in bilancio. Quanto al vantato patrimonio, certamente non superiore a quello di Corigliano al lordo degli usi civici da tradurre in risorse,  tutti sappiamo che esso potrà costituire strumento per investimenti più produttivi  e non già per tappare buchi ovvero per coprire spese correnti. Da qui la necessità di verificare le ns verità nei prossimi incontri che faremo con professionisti e società civile. L’Amministrazione di Corigliano Calabro deve difendere l’immagine di città risanata dal Sindaco Geraci ,dopo  anni di duri sacrifici e per questo  vede la fusione non solo come passione e impegno civile ma anche sul piano pratico come debito pro capite, come economicità dei servizi, come difesa dell’occupazione, come opportunità per tanti e non per pochi privilegiati .E’ un alibi troppo scontato e comodo attribuire i fallimenti degli ultimi decenni a ingerenze esterne piuttosto che alle divisioni, agli egoismi, all’arroganza, ai personalismi , alla miopia di tanti politici locali. E’ un momento difficile e credo che sia giusto da parte di tutte e due le città far prevalere la forza della ragione, partendo dalle condizioni reali e proiettandoci verso il futuro.  Non può essere questa polemica a dividere le due città, che devono lavorare con serenità per il bene comune.{jcomments on}

 Tommaso Mingrone

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