di Salvatore Martino
 
La sensazione è che, nonostante le tantissime manifestazioni di protesta in corso in tutta la regione, i dibattiti, le prese di posizione, i cortei, gli scioperi organizzati dagli studenti, le operazioni di accorpamento dei vari istituti, in programma in Calabria per il prossimo anno, saranno tutte confermate. E questo perché, oramai, le decisioni che vengono prese a livello politico e istituzionale, prescindono dalla volontà popolare e dalla logica del bene comune. Sono anni che le decisioni politiche in Italia, indipendentemente dalle maggioranze di governo, vanno tutte nella stessa direzione. E ciò non fa che aggravare e consolidare il distacco che esiste tra la politica e i cittadini. Se ci trovassimo di fronte a politici attenti e animati da buonsenso, essi coglierebbero questa occasione per dimostrare che la scuola è un baluardo di civiltà che non può essere abbattuto per ragioni finanziarie o per questioni numeriche. Se si intende salvare la società dalle tante derive che la stanno attraversando e dai tanti segnali di degrado che, quotidianamente, la stanno sgretolando, occorre necessariamente investire sulla scuola per veder crescere il potenziale morale e civile degli italiani. Se, invece, si vuole continuare su questa strada, nel senso che si vuole distruggere l’istituzione scolastica nel nostro Paese perché ci sono settori più importanti che si vogliono foraggiare, la frantumazione della società, che è già in atto, subirebbe una accelerazione ulteriore, con conseguenze catastrofiche che finirebbero col modificare ed incrinare la stessa natura della democrazia che già, allo stato, nel nostro Paese, sta diventando invisibile.

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