(pubblicato in estratto sul quotidiano “il Giornale del 31 07 2021)

A Madrid, nel museo Reina Sofia, è esposto il massimo “Capolavoro”di Pablo Picasso, GUERNICA, eseguito e ultimato nell’intento di  commemorare l’amico torero JOSELITO, morto sotto il “bombardamento“ delle … cornate del toro.

Ma, quando il diavolo (Stalin) ci mette la coda non si sa mai come va a finire. E finì che, al suono di 300.000 pesetas, pagate “cash” da Stalin, tramite il Governo anarco-comunista di Madrid, Picasso non esitò a cambiargli il titolo in GUERNICA per ricordare (ad usum dei gonzi) una strage di civili che strage in effetti non fu se, nel giudicarla, contiamo il numero limitato di morti (meno di cento), talmente limitato che, in confronto ai 300.000 morti di Hiroshima e Nagasaki, è una carezza. E sia Hiroshima che Nagasaki non erano sedi di fabbriche di armi nè tantomeno di insediamenti militari come, del resto, anche Dresda, la martoriata città tedesca universalmente nota come una città d’arte (la Firenze del Nord) che fu bombardata dagli inglesi con 1.500 tonnellate di bombe esplosive e con 1200 tonnellate di bombe incendiarie, quelle  a cui si aggiungeva  anche benzina che, elevando  la temperatura di migliaia di gradi, creava uno scompenso termico a cui seguiva una tempesta di fiamme che, a   Dresda, si propagò per alcune  decine di chilometri. Furono 30.000 i morti, tutti civili (nemmeno uno militare), che finirono arrostiti in quell’atroce, crudele, sventurata e consapevole scelta degli anglo-americani. Una delle più rinomate culle dell’arte fu rasa al suolo e l’acre odore di morte e di carne bruciata durò per molti giorni. Questo a Dresda. Se poi diamo un’occhiata alla vergognosa nefandezza di quelle bombe (solo due) che sganciate su Hiroshima e Nagasaki sortirono l’effetto di annullare 300.000 vite umane, noi comprendiamo cos’è l’orrore dei bombardamenti. Noi, Picasso, NO. Ma Picasso era fatto così, per lui meno di cento morti spagnoli avevano una valenza infinita di fronte a 300.000 morti giapponesi o 30.000 morti tedeschi, tutti rigorosamente innocenti.  Tanto che non si è mai accinto a convertire per Dresda, Hiroshima e Nagasaki altri “scarti” di seconda mano, anche perché non ci fu nessuno Stalin, fesso, disposto ad offrirgli l’equivalente di 2.000.000 di Euro tali da equiparare le 300.000 pesetas di allora. Ma com’era fatto male Picasso. Piangeva a gettoni. E se i gettoni non arrivavano non si accorgeva nemmeno di quelli, ancora più numerosi, che morivano di fame e non di …bombe.  Tutti siamo a conoscenza degli slogan lanciati dai comunisti, negli anni venti, e a seguire, fino al crollo del muro,di Berlino : LA TERRA AI CONTADINI. E i contadini di tutto il mondo s’illudevano di ottenerla, quella terra, una volta  fatta la rivoluzione. Ma nessuno di quei millantatori ha mai spiegato,ai poveri  illusi di tutto il mondo che, nella realtà comunista, la terra appartiene solo allo  Stato. Infatti, appena preso il potere in Russia, Lo Stato si approprio di “tutta”  la terra che veniva gestita tramite KOLKOZ E SOVHOZ, arrivando a requisirla  persino ai piccoli proprietari contadini, i KULAKI, quelli che Stalin decimò con le mitragliatrici, sulla Piazza Rossa, a Mosc, il giorno che manifestarono per  reclamare ciò che il partito aveva sempre promesso. E gli effetti più nefasti  si verificarono in Ukraina, dove i Kulaki erano una categoria molto diffusa che, a suo tempo, aveva procurato il benessere alimentare di tutta la Russia, poiché l’Ukraina era il granaio dell Russia. Ne seguì che ognuno cercò di sottrarre dal  conferimento allo Stato quanto poteva per uso personale.Stalin immediatamente Istitui una campagna di requisizione che arrivò a privare persino del minimo  di derrate indispensabile alla sopravvivenza, nascosto nelle case, e ne seguì uno  dei più vergognosi provvedimenti che ridusse alla Fame tutta l’Ukraina, con la conseguenza che i morti d’inedia furono valutati  in 5.000.000. Il fatto passó alla storia col nome di HOLODOMOR, che è la pagina più triste dell’Ukraina.

Holodomor Una vittima della grande carestia in Ucraina

Holodomor Bambino morto per le strade di Kharkiv, Ucraina, durante l'Holodomor

Holodomor Vittima dell'Holodomor sdraiata su un marciapiede a Kharkiv, 

Holodomor Bambini denutriti a seguito della carestia in Ukraina

Hlodomor Un’insipida “sbobba”che aiuta a …morire più che a sopravvivere

Holodomor Ucraina 1932-1933 : La fame artificiale prodotta da Stalin fece più vittime delle bombe  su Dresda e Hiroshima e Nagasaki e su tutte le cttà italiane, altro che i morti di Guernica. 

Ma torniamo a PICASSO. Alla luce di quanto sopra vorrei proprio sentirli e guardarli  in faccia tutti i grandi critici che trovano in Guernica la massima espressione della “HUMANA PIETAS” che Picasso ha saputo trasfondere nelle “facce storte” di quel dipinto dove le donne, con le mani alzate al cielo, invocherebbero la maledizione del  cielo sugli autori di una …strage che di morti, ne aveva causate 93, per l’esattezza. E dire che quelle donne, invece, piangevano la morte di un torero, ed il toro era quello della nefasta corrida, ed il cavallo era quello dei picadores, e la spada spezzata era quella del,torero che ne stringe  il moncherino dopo la fatale incornata del toro. Ma Picasso, da  buon comunista di comodo, i morti li sapeva contare solo a sinistra, versando lacrime di coccodrillo per i 93 di Guernica, ed ignorando impudicamente i 30.000 morti di Dresda, i 300.000 morti di Hiroshima e Nagasaki, i 5.000.000 di Kulaki immolati al potere dello Stato Comunista Sovietico. Totò, il grande Totò, che tutto aveva capito con molto anticipo, in un film, esclamò :

LA TERRA AI CONTADINI

LE FERROVIE AI FERROVIERI

IL CIMITERÒ … AI MORTI.

Come la sapeva lunga, Totò.

 

Ernesto Scura

 

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