Colletti bianchi ed usurai: sospeso un dipendente della Procura. Ha fatto saltare il banco un pizzino.  Incastrato dal pezzo di carta, il dipendente è stato sospeso.

Sul pizzino pare fossero riportati collegamenti ad atti legati ad un procedimento penale, che però doveva essere coperto dal segreto istruttorio. Il pizzino in questione era chiuso in una cassaforte e proverebbe il collegamento tra alcuni colletti bianchi che proteggerebbero una rete di usurai. Il Gip del Tribunale di Castrovillari, Gianna Martino, ha imposto uno stop di otto mesi al presunto informatore, che sarebbe stato beccato dagli inquirenti a rivelare atti attinenti ad un procedimento penale normalmente coperto dal segreto istruttorio. I magistrati della Procura di Castrovillari, diretti dal capo dei pm Eugenio Facciolla e dal sostituito Flavio Serracchiani, spiegano così la sospensione dalle mansioni di Antonio Pace, castrovillarese cinquantatreenne, dipendente della stessa Procura. Tutto parte dal secondo semestre dello scorso anno quando sarebbe stato aperto un fascicolo da parte del Procuratore Facciolla nei confronti di cinque persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata all’estorsione e all’usura. Una delle persone coinvolte nell’indagine sarebbe stato frequentemente avvistato nelle stanze dell’ultimo piano del Tribunale di Castrovillari. A corredo delle frequentazioni sospette e frequenti ci sono anche una serie di accessi strani ai sistemi utilizzati dal personale degli uffici giudiziari per verificare condanne, indagini in corso e stato di avanzamento dei procedimenti giudiziari, che avrebbero insospettito magistrati e forze dell’ordine. Le indagini sul dipendente infedele si fanno più interessanti a fine novembre quando, avendo avuto conferma dell’acquisizione da parte di Pace di diverse informazioni segrete relative ad un procedimento penale da lui attenzionato, la Procura avrebbe disposto una serie di perquisizioni e sequestri. In particolare, a permettere agli inquirenti di ipotizzare il collegamento tra il dipendente e la rete di usurai, sarebbe stato il ritrovamento di un pizzino nella cassaforte di un altro degli inquisiti. Sul foglio erano annotati a mano gli indagati, le parti offese e l’esatta descrizione contenuta sul sistema informativo della cognizione penale. Sarebbero stati sottoposti ad una serie di interrogatori anche altri dipendenti della Procura spesso a contatto con Pace. Che avrebbe riscritto sul foglio gli stessi dati riportati sul pizzino scritto a mano e rinvenuto nella cassaforte. Pace era già stato destinato al ruolo di autista, in attesa del prosieguo delle indagini, ora è stato sospeso dall’esercizio di pubblico ufficio o servizio per la durata di otto mesi. Vanno avanti anche le indagini volte a scoprire una rete di usurai attiva nella città del Pollino e sul territorio. Ma non finisce qui. Sarebbe finito sotto inchiesta anche un altro dipendente, con mansioni ben più rilevanti e se ne sta occupando il Procuratore generale di Catanzaro, Otello Lupacchini.

Crediti