I militari della Compagnia Carabinieri di Corigliano Calabro nella notte del 10 luglio hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto un 24enne di Napoli con origini serbe per il reato di rapina impropria.

La vicenda aveva inizio il 5 luglio scorso, quando ad Albidona (CS) all’interno di un’abitazione faceva irruzione un gruppo di persone di origine slava, almeno quattro ed approfittando della momentanea assenza dei padroni di casa, iniziava a fare razzia di gioielli e monili in oro. All’improvviso accadeva l’imprevisto: la titolare di casa insieme alla figlia rincasavano e la banda veniva colta in flagranza. Mentre due componenti scappavano verso l’autovettura parcheggiata nei pressi dell’abitazione, gli altri due si accanivano nei confronti delle donne, afferrandole e colpendole, per guadagnarsi la fuga ed assicurarsi il bottino. Ma gli stessi erano a volto scoperto ed indossavano solo dei guanti per non lasciare tracce, motivo per cui venivano visti completamente in viso dalle vittime. Le indagini da parte della locale Stazione di Trebisacce, unitamente al Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Corigliano Calabro e alla Stazione di San Giorgio Albanese, si indirizzavano nei confronti di una banda di soggetti di origine slava, sulle cui tracce si stava lavorando da tempo e che si riteneva fossero autori di diversi episodi verificatisi su quasi tutto il territorio regionale e che avevano in comune il medesimo modus operandi: furti all’interno di abitazioni momentaneamente disabitate, violenze fisiche nei confronti dei proprietari di casa che fossero rincasati durante le loro operazioni, l’utilizzo di macchine di grossa cilindrata, anche con targhe straniere, appositamente modificate ed alcune dotate di bitonali e sirene per assicurarsi la fuga dalle forze dell’ordine. Individuati due dei responsabili tramite riscontri testimoniali ed immagini, un’apposita squadra di militari di questa Compagnia si dedicava alla ricerca degli stessi, il cui covo veniva individuato a Schiavonea, marina di Corigliano Calabro. Iniziavano lunghi servizi di osservazione e pedinamento, finché nella notte del 10 Luglio sul lungomare si scorgeva uno dei due uomini identificati quali autori della rapina di Albidona e si procedeva a fermarlo. Lo stesso, dopo accurata perquisizione, veniva trovato in possesso di un passaporto serbo e di alcuni cellulari che venivano sottoposti a sequestro penale. Inoltre si estendevano le operazioni di perquisizione anche ad un officina di zona, utilizzata dalla banda per ricoverare, lontano dagli occhi indiscreti, le autovetture utilizzate per i colpi. Venivano sequestrate una Mazda 3 2.5 benzina modificata e su cui si acclarava la presenza di un sistema di sirene e bitonali, una Audi A4 con motore modificato e targhe straniere, una Fiat Bravo ed una Bmw Serie 5 3.0 turbo diesel, sulla quale era stato montato un sistema di sirene e bitonali. Inoltre venivano rinvenuti e sequestrati indumenti vari, copricapi, passamontagna, guanti e martelli da scasso utilizzati verosimilmente dalla banda per perpetrare i colpi. A seguito dei gravi indizi di colpevolezza acclarati nei confronti del fermato, identificato in RADOSAVLJEVIC Elvis, 24 enne di origine serba e residente presso il campo nomadi di Secondigliano, con precedenti per reati contro il patrimonio e la persona e del sostanziale pericolo di fuga, d’intesa con il Sostituto Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Dott. Luca Primicerio e con il Procuratore Capo, Dott. Eugenio Facciolla, si procedeva ad eseguire il fermo di p.g. di indiziato di delitto e l’arrestato  veniva tradotto presso la Casa Circondariale di Castrovillari a disposizione dell’A.G. Nella mattinata di ieri il fermo veniva convalidato dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari, che confermava la misura cautelare carceraria nei confronti del RADOSAVLJEVIC. Continuano serrate le indagini degli inquirenti, in stretta sinergia fra i Comandi Arma della Regione Calabria e le A.G. del luogo, per appurare quali eventi possano essere stati compiuti dalla banda così identificata.

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