Fonte: www.lenuoveere.it

di Ermanno Arcuri

Ricevere un libro è sempre un piacere e bene accetto. La curiosità si placa solo iniziando a sfogliare le pagine scritte, in questo caso da Gennaro De Cicco. Il professore De Cicco ha già al suo attivo diverse pubblicazioni che ho seguito con molto interesse, riscontrando un filo conduttore comune pur trattando di argomenti diversi.

Il filo di Arianna che ci riporta all’autore è sicuramente la volontà e la passione di raccontare il proprio territorio, in particolare quello di San Demetrio Corone. Questo libro “Percorsi e momenti di storia locale e oltre”, edito da Apollo Edizioni, è scritto con il cuore e dedicato al racconto di San Demetrio áncora d’amore. In effetti, questo nono volume pubblicato, che ha come copertina una stupenda immagine del paesino arbëreshe, nei capitoli inseriti c’è molta storia locale, proprio per questo diventa agenda di avvenimenti che hanno inciso e reso il borgo natio il centro della cultura italo-albanese. Per chi ha poco approfondito la storia di un popolo che ha trovato rifugio in Calabria, in questa pubblicazione possono trovare argomenti che suscitano analisi anche per chi li ha vissuti, così da rendere saldo il ricordo di persone, fatti e iniziative che sono alla base della crescita sociale di una comunità. Nelle prime pagine il riferimento allo scrittore Girolamo De Rada non è causale, lo studioso offre spunti notevoli per capire lo spirito di un popolo, la sua cultura ed il suo lascito ai posteri in termini ereditari per la ricerca stabile della propria identità in una terra ospitante ricca di contraddizioni come la Calabria. Il carattere scelto è molto leggibile, ciò comporta la facilità di lettura e la velocità, perché di fronte a quasi 400 pagine si rischia che il lettore si adagia impiegando più tempo. Invece, la fluidità del racconto e le immagini a supporto, ci fanno scoprire la diversità arbëreshe come riporta un riferimento specifico ad un libro di Damiano Guagliardi. Il riferimento ad altre pubblicazioni che sono correlate alla partecipazione, il giornalista De Cicco, non è stato solo una figura di raccordo politico locale o sportivo, ma anche moderatore di incontri culturali e presentatore di eventi, hobby che coltiva ancora oggi e che lo rendono protagonista in varie località. Si va in dietro nel 1471-1815 con l’immigrazione albanese in Calabria nel XV secolo e l’istituzione della colonia di San Demetrio Corone e così scrive l’autore: “Il mio primo approccio alla storia degli Albanesi in Italia risale a tempi lontani, quando – di ritorno dalla guerra e dalla prigionia – ripresi gli studi universitari e mi laureai nel 1947 a Napoli, discutendo con il prof. E. Pontieri una tesi sulle immigrazioni albanesi in Italia, utilizzando in quel lavoro i testi e i documenti allora disponibili. Fu questa la motivazione di fondo che spinse il prof. Innocenzo Mazziotti, restio fino a poco tempo fa a qualsiasi tipo di pubblicazione, ad interessi e poi ad approfondire le vicende storiche degli italo-albanesi”. La raccolta di testi che fa De Cicco, è un esempio di cronistoria, che ci permette di mettere a fuoco l’eredità di Sant’Adriano ed il vescovo. Probabilmente fattori risaputi, ma che si ritrovano specifici e ridotti all’essenziale per coordinare un accumulo di notizie che rendono veritieri la storia agli occhi del lettore, anche di quello più frettoloso. Le citazioni a pubblicazioni altrui, in cui Gennaro De Cicco, in qualche modo è presente con più ruoli, diventano storia locale impressa su fogli proprio per non disperderne nel tempo ciò che è avvenuto, senza alcun se o ma, con dovizia di particolari che rendono immortali ciò che è stato. Ci sarebbe da scrivere tanto, perché in molte di queste pagine ci sono circostanze che abbiamo seguito e questo ritempra la mente, fa scintillare giornate vissute, come la messa in posa presso il chiostro del Collegio di Sant’Adriano della lapide che ha ricordato la figura del patriota, letterato e uomo politico Domenico Mauro. La medaglia d’oro all’artista Maria Credidio; l’incontro con gli occitani; la storia di Macchia Albanese raccontata da Sammarro; sino alla presentazione del libro “io e (il) mostro” di recente pubblicazione dell’autrice Roberta Guzzardi e stampato per la Fabbri Editore da Mondadori Libri. Con questa pubblicazione il professore De Cicco ricorda aneddoti, fa riferimento a visite come quella del presidente della Repubblica Albanese Alfred Moissiu oppure del presidente Bujar Nishani nei centri arbëreshe. Spazio anche alla visita del presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, che nel 2018 ha attraversato i viali del collegio di Sant’Adriano, stringendo la mano al presidente della Repubblica d’Albania Ilir Meta, che ricordiamo benissimo per le difficoltà di filmare un evento storico di questa portata. E poi la gradita sorpresa di chi fa una breve visita a San Demetrio Corone, il Vittorio Sgarbi nazionale, che suscita un contraddittorio ampio in Italia, sia se si esprime in termini di critico d’arte che da politico. Questo libro dipinge tanto la personalità dell’autore, perché è lui stesso memoria storica che trasferisce nella pubblicazione, che la rende così fruibile che invita alla lettura, facilita la comprensione e ne fotografa ciò che di meglio ha caratterizzato un lungo periodo di secoli. Lo semplifica e trova l’immagine della chiarezza, ciò rende il libro una fatica ben utilizzata ed esprime la gioia di vedere nascere, ancora una volta, un proprio figlio. Così i libri sono considerati per ogni autore.

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