Se Nicola Zingaretti è prudente («ogni regione fa storia a sé») e Dario Franceschini più deciso («credo che l’alleanza Pd-M5S sia replicabile», e magari pensa anche alla Calabria), Stefano Graziano pare già sicuro che l’accordo tra dem e grillini in Calabria sia possibile. Anzi, riproducibile sullo schema umbro.

Dalle colonne del Mattino di Napoli ribadisce cose già dette e prova a segnare i primi passi della (futura) road map. «Penso – dice in un’intervista il commissario del Pd in Calabria – che il patto civico sia uno straordinario passo in avanti: chi si contrapponeva in modo pesante in passato trova una sinergia comune. Sono stato il primo ad invocare la soluzione civica, se perdiamo nelle tre regioni al voto si pone un problema politico per il governo». Non perdere, dunque, è la necessità primaria. Riguardo al governatore Mario Oliverio, Graziano liquida il travaglio del partito calabrese – con i sostenitori del presidente uscente che continuano a raccogliere firme per le primarie e hanno convocato un’assemblea regionale dei circoli a Catanzaro – in quattro parole: «Oliverio è ormai superato». Abbozza un perché: «Il Pd non lo ricandida per tentare di allargare l’alleanza», segno che lo schema che vede l’alleanza con il M5S sarebbe impossibile con l’attuale governatore in campo. E una soluzion: «Ricerchiamo un candidato civico», da condividere per rafforzare l’alleanza in fieri. Ciò che non mancherà di sollevare nuove polemiche è, invece, la linea espressa dal partito sulla Campania. In questo caso Graziano di parole ne usa cinque e lo scarto rispetto al caso calabrese è enorme: «Il Pd riparte da De Luca», anche se i grillini non lo vogliono. Il dato non preoccupa il commissario pd: «Fino a un mese fa l’alleanza in Parlamento tra noi e loro sarebbe stata impensabile. Invece la politica è l’arte del possibile. Saliamo una scala alla volta. Verifichiamo dove sono le somiglianze con i Cinquestelle. Ad esempio, sull’autonomia differenziata come fanno ad essere d’accordo con la Lega, più facile dialogare con noi». In Umbria (dove, secondo il Messaggero, il Pd avrebbe sondaggi che danno l’aggregazione dem-M5S al 45% contro il 47 del centrodestra unito) e Calabria il candidato sarà civico. In Campania no, perché «in Campania si vota a giugno dell’anno prossimo, un’era geologica. Si riparte da De Luca».

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