Prospettive e programmi per il prossimo Governo cittadino che dovrà saper mettere in campo un’azione amministrativa capace di valorizzare le grandi potenzialità della nuova grande città.

Su queste premesse si è costituito ieri pomeriggio (giovedì 18 ottobre) il movimento civico “Corigliano-Rossano Prima di Tutto”. A presiederlo, il già Primo cittadino di Rossano e tra i principali promotori del processo di fusione, Giuseppe Antoniotti. La nuova realtà associativa si farà promotrice di un’importante azione politica territoriale che sarà guidata dai coordinatori di municipio. Durante il primo incontro costitutivo, tenutosi presso il centro urbano di Rossano scalo sono stati nominati i quadri dirigenziali del movimento. Antonello Gianzi, già assessore al bilancio di Corigliano, assumerà il ruolo di coordinatore municipale di Corigliano, Giuseppe Cosenza, invece, presiederà il coordinamento di Rossano Scalo e Antonietta De Simone quello di Rossano Centro storico. Domenico Campana guiderà la segreteria. Nei prossimi giorni sarà costituito anche il coordinamento per Corigliano Centro storico. All’incontro, inoltre, sono intervenuti anche i segretari cittadini di Corigliano-Rossano della Lega, Paolo Lamenza, e del Movimento per la Sovranità, Rodolfo Alfieri, ed il dirigente nazionale sovranista, Mimmo Campana. Corigliano-Rossano Prima di Tutto – dice Antoniotti – condivide un progetto che dovrà avere voci autorevoli all’interno del prossimo Consiglio comunale della nuova Città. I valori che tengono unita questa realtà movimentista, che si propone come laboratorio di proposte e progetti, sono quelli caratteristici di una politica che, oggi più che mai, ha l’obbligo di porsi a servizio dei cittadini con idee semplici ma efficaci che sappiano rendere, da subito, efficiente la macchina dei servizi della nuova Città.  Stiamo vivendo un periodo di transizione, sicuramente difficile e traumatico per Corigliano-Rossano, che senza dubbio non facilità il processo di fusione sociale, ora necessario per costruire una vera ed unica realtà comunale. I cittadini sono sfiduciati perché hanno di fronte a loro una macchina comunale fredda che non può e non sa ascoltare le esigenze e i bisogni della gente. E questo perché manca nel suo interno dell’anima della politica. Ecco, allora, il ruolo delicato che adesso devono svolgere partiti e movimenti è proprio quello di iniettare fiducia e coraggio tra le persone rendendoli consapevoli che saranno loro i protagonisti della nuova Città. Corigliano-Rossano sono oggi, nei numeri, un Comune strategico nel Meridione che può ambire ad avere tutti i maggiori servizi. Dai trasporti alla sanità finendo alla giustizia. Non solo, qui, adesso ci sono finalmente le condizioni per creare un nuovo sviluppo e dare una nuova prospettiva di welfare per le famiglie e i giovani. Ma per rendere reali queste prospettive bisognerà davvero avere la capacità di guardare avanti, senza più ritorni al passato. Non c’è un modello di governo di riferimento che possa andar bene per la nuova Città. Tutto andrà costruito da capo mettendo insieme esigenze, virtù e difetti di due grandi ex realtà. Ecco perché ora bisogna lavorare per il rinnovamento dando spazio a nuovi orizzonti. Certo, nessuno di noi rinuncerà alla propria identità e alle sue radici ed il dialogo politico che ha sempre visto il movimento Rossano Prima di Tutto insieme alla Lega e al Movimento per la Sovranità continuerà a rimanere saldo e imprescindibile. La nostra idea di nuova Città passa da battaglie comuni e dalla rivendicazione di diritti che non sono mai stati riconosciuti a questo territorio e di quelli di cui siamo stati scippati. Passa dalla pretesa di avere una Statale 106 moderna e sicura, passa dal pretendere un nuovo (e non unico) ospedale a servizio di Corigliano-Rossano e del territorio; passa dal rilancio del Porto di Schiavonea e da un riutilizzo concreto e produttivo dell’ex sito Enel; passa infine dal rilancio del turismo culturale e religioso, dalla rimodulazione di tutti i servizi al cittadino, e dal vederci riconosciuto il diritto alla Giustizia. Perché è impensabile che una città di 80mila abitanti, la terza della Calabria, sia sguarnita di un Tribunale.

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