Il riordino territoriale delle circoscrizioni comunali al centro dei lavori della prima Commissione consiliare presieduta da Franco Sergio.

Sulla proposta di legge n. 244/10^ di iniziativa dei consiglieri Sergio e Greco che detta disposizioni in materia e modifiche e integrazioni alla legge regionale 5 aprile 1983, n. 13', l’organismo consiliare (presenti i consiglieri Giudiceandrea, Guccione, Esposito, Magno, Mirabello), ha audito il vicepresidente della giunta, Antonio Viscomi, con delega alle Politiche del personale, innovazione burocratica e semplificazione.  «Mi sono fatto promotore di questa legge, insieme con il collega Greco - ha asserito il presidente Sergio - nella consapevolezza dell’importanza che il tema della fusione dei Comuni riveste nell’attualità storica, con risvolti positivi anche sul fronte della riduzioni di costi. Una questione che ha assunto, giorno dopo giorno, una dimensione pubblica, anche nella nostra regione e che pertanto mette di fronte alla necessità e sensibilità istituzionale di introdurre nell’ordinamento calabrese adeguati elementi di base attraverso uno strumento legislativo che arrivi a regolare anche l’esercizio dell’esperimento referendario consultivo. Tra gli obiettivi della legge, valorizzare i beni delle Comunità che si aggregano, snellire le procedure amministrative, razionalizzare i costi, fornire migliori servizi ai cittadini e realizzare più forza di rappresentanza nei confronti delle istanze superiori. Infine – ha aggiunto Sergio – bisogna ristabilire nel rapporto tra i vari enti istituzionali chi deve fare cosa: un percorso che porti a un fondamentale equilibrio tra Regione, Province e Comuni rispetto alle reciproche competenze e a un riordino istituzionale più efficace e funzionale. Proprio questi sono i punti principali della legge che è stata approfondita nel corso della seduta odierna della Commissione e sulla quale ritorneremo già nella prossima seduta con altri contributi, invitando anche i presidenti delle Province calabresi, rappresentanti Upi, Anci, ed esperti in materia. Oggi, intanto - conclude Franco Sergio - si è consumato un passaggio importante, in termini di riflessione e di confronto, con l’apporto, non solo politico, ma giuridico, del professore Viscomi.  I suoi spunti e il richiamo ai principi di libertà ed economicità, nonché alla necessità di fare interagire i diversi livelli dell’agire amministrativo, saranno prezioso terreno di analisi per giungere alla migliore legge possibile in una materia complessa e di grande attualità».     Il vicepresidente Viscomi ha iniziato il suo intervento ricordando che «il consiglio regionale ha di fronte la grande sfida di ridisegnare il quadro della geografia amministrativa della regione Calabria per i prossimi venti anni, stabilendo le priorità. È arrivato il momento di portare a compimento un’azione legislativa che raggiunga l’obiettivo della fusione dei comuni, agevolando, al tempo stesso, il dialogo tra le amministrazioni periferiche e quella centrale. Tutto questo – ha aggiunto Viscomi – nel contesto di un meccanismo di agevolazione statale con l’innalzamento del bonus fiscale da un milione a tre milioni di euro per i comuni che realizzino questo processo». Tra i punti più interessanti del sistema di fusione che dovrà prevedere il coinvolgimento delle comunità, Viscomi ha richiamato «l’eventuale studio di fattibilità da parte dei Comuni; il referendum con valore prettamente consultivo, sia quello normato da legge regionale, sia quello autonomamente gestito dai Comuni e le questioni connesse al quorum».

IL REFERENDUM ROSSANO-CORIGLIANO «C’è molta attenzione, com’è naturale, al dopo referendum che ha registrato il consenso delle due popolazioni di Rossano e Corigliano per la nascita di una città che per popolazione diverrà la terza della Calabria». L’ha sostenuto il consigliere regionale del Pd Carlo Guccione nel corso dei lavori della prima Commissione. Guccione ha chiesto ad Antonio Viscomi, vicepresidente della Regione, di chiarire quali «saranno i passaggi necessari per addivenire all’istituzione del nuovo Comune». Viscomi ha risposto: «L’intera procedura è espressamente disciplinata dalla legge regionale numero 13 dell’83 (Norma di attuazione dello Statuto per iniziativa legislativa popolare e per i referendum). Non appena il presidente della giunta riceverà il verbale di proclamazione del risultato da parte dell’Ufficio regionale per il Referendum, ne disporrà la pubblicazione sul Burc. Entro sessanta giorni dalla pubblicazione, il consiglio regionale è chiamato ad approvare il progetto di legge sottoposto a referendum consultivo. Dalla data di entrata in vigore della legge istitutiva del nuovo Comune, il prefetto nomina il commissario che dovrà gestire l’intero iter procedurale che condurrà all’elezione del nuovo sindaco e del nuovo Consiglio comunale».

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