Comunicato stampa

Nella storica vittoria del Sì, in relazione alla creazione della città unica Corigliano-Rossano, chi scrive ha preferito non partecipare al giubilo di piazza, non perché non fosse contento o non ne valesse la pena, ma perché caratterialmente guardo sempre oltre, e, in tale osservanza ad oltranza, ho intravisto un momento molto difficile, ossia, la fase della costituzione effettiva del Comune unico.

 Il momento più periglioso sarà la nomina del Commissario prefettizio coadiuvato dalle funzioni di consiliatura svolte dai due, ormai, ex sindaci (e per Corigliano ho molta paura), non si creino false paure, non ci sarà l’apocalisse ma le cose vanno fatte bene ed in questo sono intransigente.  Qualcuno potrebbe obiettare che in questa maniera non si assaporano le vittorie, ma questa peculiarità caratteriale non investe solo me, pensate ad Arrigo Sacchi che, nel bel mezzo dei festeggiamenti della vittoria della coppa intercontinentale da parte del Milan (da lui allenato), anziché lanciarsi in trenini ed affogare in coppe di champagne telefonò Galliani per dirgli “… ho un nuovo modulo in testa…ho visionato un giovane talento… credo che dovremmo cambiare mentalità” ed il buon Galliani, giustamente, invitava Sacchi a rilassarsi ed a godersi il panorama dal tetto del mondo, quel tipo di zelo fu deleterio tant’è che lo stesso Van Basten definì Sacchi un maledetto fissato. A questi livelli, per fortuna, non sono ancora giunto.  Colgo l’occasione e ringrazio tutti coloro i quali per questa battaglia si sono infaticabilmente spesi, nessuno escluso, compreso il corpo elettorale, è stata una esperienza per me fantastica (sia culturalmente che umanamente) ed ha prodotto un effetto che mi ha assolutamente soddisfatto, i cittadini di Corigliano e Rossano sono ritornati a parlare tra loro di politica, quasi come se quel torpore e quella indifferenza verso gli accadimenti della cives fossero scomparsi e si fosse ritornati alla discussione nella agorà greca. Fantastico.  Rileva anche sottolineare che questa battaglia è per me una ulteriore medaglia da affiggere al mio petto, assieme a: lotta alla tutela della Carta costituzionale, migranti, impegno per la raccolta differenziata e lotta contro le trivelle nello Ionio, oggi, orgogliosamente, annovero l’impegno per la fusione di Corigliano-Rossano, ed altri molti vessilli spero di poter sventolare in futuro.  Ad ogni buon conto occorre anche fugare qualche perplessità, il sottoscritto non ama i “pennacchi” ed i “cappelli” e per tale ragione ribadisco la mia distanza verso qualunque forma di candidatura politica, il mio obiettivo è (e resta) l’interesse della collettività da intendersi come libera battaglia per gli interessi diretti del cittadino, gli incarichi ufficiali li lascio a chi ha più capacità di me e vi garantisco che ci sono molti ragazzi validi in questa direzione.   Ho visto molti ex politici battersi per questa causa e li ringrazio per l’impegno profuso, sono stati fondamentali in questo percorso, e, una volta ultimato il processo di fusione, continuerò ad ascoltarli e, se necessario, a criticarli costruttivamente (e con rispetto) poiché resto distante da alcune idee, da alcune ideologie e da alcuni modi di intendere la politica.  Non credo che questi ex politici debbano vedersi precluso il diritto di candidarsi a Sindaco per la nuova città unica, per carità, ed anzi sono sempre più convinto che i giovani corrano veloce ma che gli anziani conoscano la strada, per cui, ben venga la saggezza dei “vecchi leoni” dato che il connubio perfetto sarebbe rappresentato dal mix tra “giovani” e “vecchi” nella politica. Detto tutto ciò non posso nascondere la mia felicità per la scomparsa di tutte e figure ambigue che hanno alloggiato nel Consiglio comunale coriglianese, ebbene sì, ci siamo finalmente sbarazzati di tutti quei consiglieri da “100 voti” che andando a fare promesse qua e là si ritagliavano il loro piccolo orticello, ora, o proponi un progetto serio o te ne resti a casa poiché su 75.000 abitanti i voti “dei vicini” non sempre attecchiscono. Vi è di più, finalmente si potrà parlare del NOSTRO uomo politico da sponsorizzare nelle varie sedi istituzionali, superando il concetto del voto da dare “ad altri”, se impareremo a valorizzare uomini locali (meritevoli), allora, la vera rivoluzione sarà iniziata.  Fatte le dovute premesse, i dovuti distinguo ed i dovuti ringraziamenti, scendo in qualche episodio specifico che necessita di alcune precisazioni.    Puntualizzo che la teoria del “hanno cambiato le regole in corsa” non sussiste in relazione all’argomento del quorum. Esatto, il tanto sbandierato “No” perché hanno tolto il quorum, in sostanza e come sempre da me scritto, era solo una macchinazione artificiosa. All’interno della LR Calabria nr. 13 del 1983 non era mai stato previsto alcun quorum ritenendo valido il referendum consultivo conclusosi con la maggioranza semplice dei votanti.   La motivazione addotta a sostegno del paventato sopruso inerente la soglia di votanti per la validità dell’atto prodromico alla fusione, altro non era che una proposta di legge avanzata da Orlandino Greco e Franco Sergio, la quale, per evitare un secondo problema “Casali del Manco”, istituiva un quorum inizialmente sancito al 50% (ahahahahahah) poi ridotto al 30% ed infine (o in fine?) definitivamente rimosso. Lo stesso Orlandino Greco, in diretta TV, riconobbe senza mezzi termini che il quorum in un referendum consultivo in Calabria non aveva senso stante la forte tendenza migratoria della regione e il galoppante disinteresse verso la politica dei nostri corregionali.  Pertanto, scriviamolo per bene, il quorum nella legge regionale calabrese relativo all’istituto della creazione di nuovi Comuni NON c’è mai stato, ma è solo esistita una proposta di legge con una percentuale di quorum, successivamente, persino disconosciuta dal suo promotore.  Tengo ben presente nella memoria il tentativo di soffocamento dell’iter referendario, e chiedo a tutti i lettori di fare lo stesso. Il tentativo, mediante il TAR ed il CdS, di soffocare il momento democratico ha rappresentato il momento politico più basso alla quale abbia mai assistito poiché l’interesse di pochi (5 persone) ha provato a minare il diritto di voto di circa 30,000 persone. Non si dimentichino i nomi dei firmatari del ricorso, non si dimentichino poiché su di essi dovrà apparire l’anatema della prepotenza politica. Si badi bene, il ricorso al sistema giurisdizionale per far valere i propri interessi è sempre legittimo ma farlo per azzittire due popolazioni è antipolitico, se a ciò si aggiunge l’utilizzo di cittadini rumeni per dare forza a tale istanza, beh, esiste anche un dolo becero e cieco.   Nella fase successiva al voto referendario intervengono le comunicazioni alla Corte di Appello ed al Consiglio Regione Regionale che provvederà alla “creazione” ufficiale del nuovo Comune. Successivamente interviene l’art. 120 della legge Delrio, ossia, la nomina del Commissario ad acta per la creazione del Comune unico.  L’elemento più importante, in tale fase, resta la redazione dello studio di fattibilità che chi scrive non intende come semplice individuazione di benefici (poiché i benefici sono noti a tutti in ogni singolo studio di fattibilità già fatto) ma chiedo, in questa sede, che tale studio di fattibilità sia operativo, per intenderci meglio, lo studio di fattibilità che invoco dovrò dirci in che maniera ed a chi dovremo presentare l’istanza per godere dei finanziamenti statali, in che modo ed a chi dovremo chiedere i finanziamenti regionali, in che modo ed a chi dovremo richiedere gli spazi di indebitamento, in che modo ed a chi dovremo richiedere il trattamento tributario più favorevole, chiedo, pertanto, che passo dopo passo ci venga indicato come ed in che maniera si dovranno richiedere i vantaggi inerenti il processo di fusione con indicazione di: formulario adatto, scadenze, istituti da richiamare, organi da interpellare ecc. ecc.  Tale richiesta nasce dalla brutta esperienza coriglianese, dove un Sindaco, ahimè, prima fa marcia indietro su di un atto di impulso da lui sostenuto, poi afferma di aver deliberato senza conoscere bene l’argomento (cosa vergognosa, poiché si ammette di votare senza sapere) poi recrimina la scarsa informazione dei cittadini sulla materia (come se l’informazione avessero dovuta farla i marziani) ecc. ecc. se l’andazzo è questo lo studio di fattibilità dovrà essere PER FORZA operativo.  Chi scrive sta studiando l’argomento e non è facile, invito tutti a prendere spunto ed a proporre cosa e come farlo. 

Daniele Torchiaro, cittadino di Corigliano Rossano

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