di Mimmo Petroni

Fare memoria è importante perché permette di conoscere a chi non ha vissuto determinate situazioni. Per Gabriel García Márquez: «La vita non è quella vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla». E’ questo la ratio con la quale si vuole ricordare Don Francesco Fera, conosciuto dal popolo di Cassano come don Ciccio, che fu uno dei pilastri del clero cassanese. Giovedì prossimo, 15 giugno, alle ore 18:00, nel cortile dell’episcopio sarà messa a dimora una lapide per ricordare la figura e l’opera del religioso. La cerimonia è stata organizzata dal Vescovo della Diocesi di Cassano All’Jonio e Vice Presidente della CEI, Monsignor Francesco Savino, che ha accolto l’istanza avanzata del Comitato popolare “I CARE”, per lasciare traccia visibile della figura di don Francesco Fera.
 
E’ prevista la partecipazione, tra gli altri, di alcuni familiari. Seguirà, alle 18:30, nella Basilica Minore Pontificia “Santa Maria del Lauro”, una celebrazione eucaristica, che sarà presieduta da monsignor Savino. Trentasette anni fa, il 3 marzo, moriva nella Casa di cura “Santa Maria delle Grazie” di Sibari, monsignor Francesco Fera, parroco canonico, vicario generale e amministratore apostolico della diocesi di Cassano Ionio, cittadina che li aveva dato i natali il 14 giugno del 1915. Figlio di Agostino e di Maria Rosaria Ruffo, Francesco, fin da piccolo mostrò la tendenza verso il sacerdozio. Fu avviato al seminario diocesano per il corso ginnasiale, poi a Catanzaro per il I liceo, a Reggio Calabria per il II e III liceo e di nuovo a Catanzaro per il corso di teologia. Fu ordinato sacerdote a Cassano, dal vescovo Mons. Raffaele Barbieri il 23 luglio 1939. Don Ciccio si rivelò una persona aperta e cordiale, preparata, ben disposta al sacrificio e alle attività pastorali. Il vescovo Barbieri il 2 dicembre 1945 lo mise a fianco del parroco della cattedrale al quale diede tutta la sua collaborazione pronta, umile e generosa. Ebbe in diocesi vari incarichi. Nel 1947 su proposta del vescovo Barbieri venne nominato Canonico con Bolla a firma del Cardinale Tedeschini, dal Papa Pio XII. Dal Papa Paolo VI, con Bolla a firma del Cardinale Villot, venne poi nominato “Protoroterio Apostolico Soprannumerario” in data 5 marzo 1977. Dopo un adeguato tirocinio, fu parroco della parrocchia della Natività di Maria. Don Ciccio, fu direttore diocesano dell'O. D. A., che lo avvicinò di più ai bisogni del fratello in necessità. Fu assistente diocesano dell'A.C.I., che attraversava un momento difficile: erano i tempi di Carlo Carretto. Monsignor Barbieri, lo nominò Vicario Generale. Alla morte del Presule, ricoprì l’incarico di “Vicario Capitolare”, rimanendo al governo della Diocesi per ben due anni. Da Vicario Capitolare, Don Fera fece di tutto per salvare la sopravvivenza della Diocesi di Cassano con la collaborazione dei confratelli laici. Venne confermato “Vicario Generale” dai Vescovi succedutisi a monsignor Barbieri, che furono: Monsignor Domenico Vacchiano, Monsignor Girolamo Grillo, Monsignor Cantisani e Monsignor Francesco Pala. Dopo il trasferimento del vescovo Grillo a Civitavecchia, il Collegio del Consultori lo nominò Amministratore Diocesano fino al 2 giugno 1984 e cioè fino alla presa di possesso della Diocesi da parte del vescovo Pala. Lavorò negli uffici della curia diocesana per molto tempo, che poi la guidò da vicario generale con intelligenza, prudenza, amore. Carico di meriti, Don Ciccio Fera passò serenamente a miglior vita il 3 marzo 1986. Le esequie furono una grande manifestazione di stima e affetto che il popolo della diocesi cassanese ha voluto dimostrare al religioso. La sacra liturgia venne celebrata dal vescovo Pala, con la partecipazione, tra gli altri, di Monsignor Domenico Vacchiano, prelato di Pompei e di Monsignor Giovanni Stamati, eparca di Lungro. La posa della lapide dedicata a Don Ciccio Fera segna il passaggio del trasferimento alla memoria collettiva dei posteri.

Crediti