Giorno 14 aprile, alle ore 17,30, nella Chiesa di Sant’Antonio a Corigliano Centro sarà celebrata una Santa Messa in suffragio della sua anima benedetta e per ricordare la figura di questo grande pastore di anime che con il suo magistero episcopale ha saputo segnare, con la sua incisiva azione, sia la vita di quanti lo conobbero, sia il percorso della società civile e delle comunità diocesane da lui guidate.

La celebrazione sarà presieduta dal parroco di Sant’Antonio, don Gaetano Federico. Ma questo non sarà l’unico momento di ricordo che la comunità coriglianese dedicherà al presule scomparso un anno fa. Infatti giovedì 12 aprile alle ore 19 presso la sala parrocchiale di Sant’Antonio verrà presentato il libro che don Federico ha dedicato a mons. Ciliberti. Alla serata saranno presenti il vescovo della Diocesi Rossano-Cariati, mons. Giuseppe Satriano, il vescovo della Diocesi San Marco Argentano, mons. Leonardo Bonanno, l’autore del libro e Demetrio Guzzardi editore di Progetto 2000. Nel corso della presentazione sono previste alcune testimonianze di laici sulla figura di mons. Ciliberi, che per lunghi anni e fino al 1988 è stato parroco di questa parrocchia, previsti anche alcuni intermezzi musicali a cura del coro della parrocchia. Al termine si terrà la cerimonia di intitolazione della sala parrocchiale a mons. Antonio Ciliberti.  Mons. Ciliberti,  Vescovo della diocesi di Locri-Gerace, di Matera-Irsina e Catanzaro-Gerace,  è stato un grande maestro dello spirito, pastore amorevole e attento verso gli ultimi e i più bisognosi, un amico per tutti, un esempio e un testimone d’amore per la Chiesa. Tutti lo ricordano come persona amabile, di profonda cultura, vescovo attento ai bisogni della gente, di grande umanità, semplice e generoso, proteso verso la costante e sempre più intensa imitazione di Cristo. Le sue porte erano sempre aperte, bastava bussare, senza attese, senza appuntamenti e, anche quando era stanco, dopo una giornata di lavoro, non gli mancava il sorriso e una parola di incoraggiamento e di amicizia. Il suo volto sempre sereno e con una grande pace nel cuore, affidato completamente a Gesù, pieno di amore per la Santa Vergine e per le persone che sono passate attraverso la sua vita e che ha portato sempre con sé. L’incontro con lui era a un tempo suggestione, riflessione e stimolo alla riscoperta dei grandi ideali. La sua aspirazione più profonda fu il bene delle anime affidate alle sue cure spirituali, ideale al quale, nella sua scala di valori, tutto doveva essere subordinato. Sapeva però che l’uomo si salva nella storia, vivendo la sua appartenenza alla città terrena con tutte le implicazioni e le responsabilità che questo comporta. Mons. Ciliberti seppe governare con saggezza le diocesi di cui è stato titolare, con una incisiva e intensa azione socio-pastorale, meritandosi la stima e l’affetto di tutti i fedeli. Egli non fu mai un uomo appariscente, non cercò mai di accreditare un’immagine di sé che andasse oltre i limiti indispensabili imposti dal suo ministero; rifiutò ogni onore superfluo ai fini dell’esercizio della sua funzione. Sempre sereno, con una grande pace nel cuore, affidato completamente a Gesù, pieno di amore per Lui e per le persone che sono passate attraverso la sua vita e che ha portato sempre con sé. Dalle sue lettere pastorali, dai suoi scritti emergono la sua varia e ricca cultura, ma anche il suo ascetismo e il suo sviscerato amore per i deboli e i poveri. Uno dei temi cari fu quello della pace, ma la “vera pace”, quella sicura e stabile, fondata sulla giustizia, la quale consiste nel dare a ciascuno ciò che gli è dovuto.  La sua virtù principale è stata la “carità”, intesa come premurosa preoccupazione della salvezza dei fratelli peccatori, senza mai dare importanza al denaro. La sua eredità è tutta nella sua vita, nei suoi insegnamenti, ai quali dovremo sempre attingere per orientare il nostro cammino di cristiani.

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