I cadaveri di due uomini, uccisi a colpi d’arma da fuoco, sono stati trovati stamani a Corigliano-Rossano.

Le vittime, secondo quanto si è appreso, sono un sorvegliato speciale, Pietro Greco, di 39 anni, di Castrovillari, residente a Cassano Jonio, ed un imprenditore agricolo, Francesco Romano, di 44 anni, di Corigliano, che risulterebbe incensurato. Le vittime sono state trovate all’interno di un’auto in una zona di campagna denominata Mordillo della frazione Apollinara, nei pressi di un distributore di carburante.  I corpi sono stati trovati riversi crivellati di colpi in una Fiat Punto grigia. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri l’agguato sarebbe avvenuto nei pressi di una pompa di benzina e i due sarebbero stati uccisi a colpi di kalashnikov. Qualora ce ne fosse ancora bisogno si tratta di un nuovo segnale di come nella Sibaritide sia in atto una nuova guerra di mafia. Nell’ultimo anno si tratta del quarto omicidio mentre si temono altri tre scomparsi per lupara bianca. Originario della vicina Castrovillari, Pietro Greco (che aveva precedenti per narcotraffico) non era uno sconosciuto per inquirenti e investigatori. Da tempo lo tenevano d’occhio anche perché si era fatto notare come uno dei più attivi esponenti emergenti della criminalità locale. Romano invece era incensurato. Al momento, non è dato sapere perché si trovasse in compagnia di Greco o se lo frequentasse abitualmente. “Siamo in una fase assolutamente preliminare delle indagini e non siamo in grado di dire nulle” dice il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla. A segnalare la presenza dei corpi sono stati alcuni operai che in mattinata si erano presentati in zona per eseguire alcuni lavori e hanno notato l’auto. Sono stati loro ad avvertire i carabinieri della compagnia di Corigliano, che arrivati sul posto hanno immediatamente isolato l’area.  Pietro Greco, uno dei due uomini uccisi nell’agguato di Corigliano-Rossano era un sorvegliato speciale ed era stato coinvolto nell’operazione Knock out del 2010, dopo la quale gli era stato imposto il regime della sorveglianza speciale. “… L’asse Castrovillari-Rosarno – scrivevano i cronisti dell’agenzia Adnkronos all’epoca – era saldo per il rifornimento di droga. Il narcotraffico è uno dei filoni d’inchiesta sfociati nell’operazione ‘Knock out’ eseguita dai carabinieri di Castrovillari nei confronti di 16 persone, sottoposte a misure cautelari. I contatti tra fornitori e intermediari, riportano gli investigatori, avvenivano nell’ufficio di Pietro Greco, l’imprenditore castrovillarese arrestato. I carabinieri hanno documentato tutto con le videoriprese. Una volta accordatisi, i corrieri partivano per Rosarno (Reggio Calabria) dove si rifornivano di stupefacente. Gli scambi avvenivano nei pressi dello svincolo autostradale… Per eludere i controlli, la droga veniva custodita in un manufatto in lamiera in un terreno abbandonato della città del Pollino. All’interno i carabinieri hanno trovato 450 grammi di cocaina. Lo spaccio al minuto avveniva fuori dai luoghi di ritrovo usuali di Castrovillari; gli spacciatori prendevano contatti con gli assuntori e dalle proprie autovetture cedevano la sostanza agli acquirenti. L’auto utilizzata per il trasporto dello stupefacente era un’Audi A6 intestata a Pietro Greco…”.

 

 

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