Trentacinquenne accusato di estorsione, induzione, sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.

Si tratta di C. V. arrestato ieri dagli uomini della Polizia di Stato del Commissariato di Rossano. L’uomo mediante raggiri, minacce e percosse avrebbe per anni costretto una donna a vendere il suo corpo per saldare un debito. C. V. sistematicamente sfruttava e favoriva l’attività di meretricio della ragazza. In particolare dal 2007 al 2008 la vittima si era ritrovata sulla strada per pagare a lui e a un altro rumeno il viaggio dalla Romania all’Italia. L’amico dell’arrestato pare si fosse occupato di accompagnarla in Italia con la falsa promessa di farla lavorare come parrucchiera. In realtà l’avrebbe poi letteralmente venduta all’arrestato affidandola alle sue ‘cure’. La donna oltre ad essere costantemente controllata sul posto di lavoro veniva costretta a consegnare allo sfruttatore ogni giorno tutto il denaro che riusciva a guadagnare. Più volte la vittima aveva tentato di interrompere l’attività di meretrice, ma l’uomo l’aveva costretta, minacciandola e malmenandola a ritornare in strada. Tra le violenze che l’uomo le praticava c’era il bruciare una busta per far colare la plastica bollente sul suo ventre e il colpirla con continui calci e pugni. In un’occasione la malcapitata pare sia stata ferita con un coltello, dopo essere stata indotta per due volte ad abortire. L’uomo inoltre la costringeva a consegnargli denaro per evitare che facesse del male anche alla figlia per alcuni anni rimasta in Romania, contro la volontà della madre ospite dei familiari dello sfruttatore. Una minaccia che ha impedito per anni alla donna di denunciare quello che le stava succedendo. Lo sfruttamento è continuato fino al 2017, per dieci lunghi anni, quando la donna riuscita a ricongiungersi con la figlia, ha trovato il coraggio di allontanarsi dalla casa dello sfruttatore e denunciarlo. L’arrestato, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso il carcere di Castrovillari in attesa di giudizio.

Crediti