Foto: L'ex Ospedale di Cariati

Comunicato stampa

È di questi giorni la notizia della conferma, da parte del Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, della riapertura dell’ospedale di Praia a Mare, destinato a ricoprire nuovamente “un ruolo importante nel servizio sanitario calabrese”.

In una missiva al sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonio Gentile, il Ministro comunica infatti che il Commissario Eugenio Sciabica ha attuato il provvedimento che dà esecuzione alla sentenza n. 2576/2014 e quindi all’inserimento del presidio di Praia a Mare nella rete ospedaliera calabrese con:  pronto soccorso, Obi (unità di osservazione breve intensiva), personale dedicato in numero idoneo, servizi di medicina, chirurgia, ortopedia, anestesia, laboratorio, emoteca e direzione del presidio. Tutto questo mentre Cariati, che con Praia a Mare ha visto chiudere il suo ospedale nel 2010, sta a guardare, dopo tanti proclami di un’Amministrazione e di una Sindaca che nella doppia veste di amministratore pubblico e di imprenditrice di sanità privata, continua a regalare fumo ai cariatesi; come del resto in campagna elettorale, quando prometteva l’ospedale privato.  Ne abbiamo avuto prova lo scorso 3 agosto, in cui abbiamo assistito a Cariati alla farsa di un consiglio comunale monotematico aperto alle istituzioni e alle associazioni del territorio, le quali, sottoscrivendo un documento unitario, si apprestavano a intraprendere un percorso istituzionale comune; sulle azioni istituzionali, sono invece prevalsi gli inopportuni proclami da spot elettorale da parte del rappresentante del gruppo aziendale della Sindaca, in una commistione pubblico-privata poco rispettosa del civico consesso e delle numerose rappresentanze comunali.  Tanto meno si è tenuto conto, in quell’assemblea consiliare, del nostro invito a considerare la dovuta attenzione la vicenda dell’ospedale di Praia a Mare in riferimento al “Vittorio Cosentino” di Cariati, osservando come le Amministrazioni di Praia a Mare e Tortora, con a capo i loro Sindaci, hanno prodotto ricorso, dimostrando la violazione della norma sui tempi di percorrenza (oltre 60’) tra lo stesso ospedale di Praia e il più  vicino spoke (Cetraro-Paola) e come, con l’affluenza turistica, il bacino di utenza dell’ex ospedali superi i 150 mila utenti (quota minima per individuazione spoke); ragioni giustamente confermate nella sentenza del C. d. S. In riferimento a questo, per dare prova di come il precedente di Praia potrebbe  aprire una possibilità nella lotta per la riapertura dell’ospedale pubblico a Cariati, all’assemblea del 3 agosto  abbiamo posto all’attenzione, e li ribadiamo, i tempi di percorrenza sulla disastrata Statale 106 tra l’ex ospedale di Cariati (oggi sede di P.P.I.) e le strutture di Rossano  e Corigliano, ancor più in estate o dai centri dell’entroterra, con violazione di criteri stabiliti (Decreto 18/2010) e numeri di affluenza ben più alti.  Purtroppo ad oggi, nonostante la conferma data dalla missiva del Ministro, continua a regnare la superficialità e l’indifferenza rispetto a suggerimenti e proposte che, come in questo caso, potrebbero contribuire almeno a tentare di migliorare lo stato delle cose. Verso il nostro ospedale manca, in realtà, un impegno deciso, sull’esempio delle autorità locali del Tirreno, che seguendo “come un’ombra” la vicenda e intraprendendo azioni legali, hanno fatto valere le ragioni di un territorio  affamato, come il nostro, di sanità. Basta, quindi, alla mancanza di rispetto istituzionale e ai proclami con cui la Sindaca Greco sta regolarmente accompagnando ogni discussione pubblica sul diritto alla salute dei cittadini. Basta incompetenza e  approssimazione amministrativa che sta facendo andare indietro come mai la cittadina di Cariati. Basta ingerenze dei privati nella cosa pubblica. Basta speculazione economica e propaganda cui regolarmente segue il nulla. Basta parole lontane dai fatti (chiediamoci a chi convengono) e da una reale rivendicazione del diritto alla sanità pubblica.  Pensiamo  ai disagi dell’utenza debole; a quanto è costato intermini di vite umane la chiusura del nostro ospedale. Rinnoviamo, pertanto, l’invito all’Amministrazione comunale di Cariati e ai sindaci del Basso Ionio Cosentino e dell’Alto crotonese che con essa hanno sottoscritto il documento unitario, a un’assunzione di responsabilità e un maggiore impegno alla luce  della vicenda dell’ospedale di Praia a Mare. È giunto il momento di agire nella maniera più autorevole e qualificata possibile, dal punto di vista istituzionale, se si vogliono ottenere dei risultati e garantire il diritto alla salute a una vasta cittadinanza.{jcomments on}

Il Comitato #CariatiPulita

 

 

 

Crediti