La Cessione del Quinto dello stipendio o della pensione, uno dei prestiti personali più richiesti dai consumatori, è tornata ad essere nel mirino della Banca d’Italia. 

Non è la prima volta che succede, a dire il vero, basti ricordare le due precedenti azioni operate dall’Ente nazionale, la prima del 2009 per richiamare gli operatori del settore in relazione a una serie di carenze riscontrate, la seconda del 2011 per intimare ai medesimi soggetti di adeguarsi alla nuova normativa scaturita dai controlli effettuati in quei due anni. Anche nel 2016 si è svolto un incontro tra Bankitalia, le autorità competenti e le più importanti associazioni di categoria al fine di confrontarsi sulle regole di trasparenza e di correttezza da parte degli operatori. Ecco, dunque, che si arriva ad oggi, al 19 gennaio 2018 per la precisione, quando si è svolto un altro incontro fra gli stessi interlocutori nell’ambito del quale sono state affrontate le criticità emerse nel corso degli anni. Secondo l’analisi fornita dalla Banca d’Italia sono quattro gli elementi su cui bisogna far chiarezza e che devono essere riorganizzati nell’ottica di una maggiore tutela per il consumatore finale: la concessione del credito, i costi connessi, la rete distributiva e l’informativa dedicata alla clientela.Per quanto riguarda il primo punto sembra che Bankitalia voglia sottolineare la necessità di una maggior cura da parte dei consulenti finanziari operanti in questo settore nel verificare la coerenza tra la richiesta che viene effettuata dal consumatore e la reale capacità reddituale dello stesso, al fine di evitare situazioni di sovraindebitamento. Il secondo e il quarto punto sono in qualche modo connessi, in quanto relativi ai costi a carico del richiedente che devono essere chiari fin da subito. Per costi non si intendono solo quelli attinenti all’accensione della pratica e all’erogazione del denaro, ma anche quelli che possono presentarsi nel corso del tempo, come, tanto per fare un esempio, quelli connessi all’eventuale estinzione anticipata. Per quanto riguarda, invece, la rete distributiva, Bankitalia si è soffermata con insistenza sulla responsabilità che gli enti finanziatori hanno nei confronti della clientela. Obbligatorio quindi un controllo costante sulla propria rete e sulla qualità professionale dei propri collaboratori, nonché sulla soddisfazione dei clienti in relazione ai servizi offerti, utilizzando, se necessario, anche strategie di mistery shopping. Quasi immediata la reazione di FeNaFi, la Federazione Nazionale delle società Finanziarie, la quale, dopo un incontro ufficiale avvenuto a Reggio Calabria nella sede di M3 Prestitichiari, marchio storico nel settore della Cessione del Quinto per dipendenti pubblici e privati,ha espresso la piena condivisione delle richieste di Bankitalia di chiarezza e trasparenza nei confronti dei clienti finali e ha auspicato che le linee guida volte a normare ulteriormente il settore vengano emanate quanto prima.

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