Ci fu un periodo della mia vita che praticai molto la Romania di Ceausescu dove passavo la più parte delle mie vacanze favorito, anche, dal cambio di valuta, al mercato nero, per il quale si realizzava il triplo del valore ufficiale imposto che, in effetti, non corrispondeva al valore reale del leu.

Ero diventato ormai di casa in una città che nella dizione rumena si chiama Satu Mare ma che, in effetti, essendo a stragrande maggioranza ungherese, la dizione magiara ė Sat Mar. La presenza mia e di mio cugino Ottorino, aveva, più che incuriosito, interessato, la polizia segreta di Ceausescu che, però, si guardò, bene dal  far notare il suo interesse sul perchè della nostra assidua presenza in quella città. Ci eravamo fatti, anche, una serie di amici che non venivano affatto disturbati durante il nostro soggiorno. Però, appena partivamo, il giorno dopo venivano buttati dal letto di buon mattino e con modi piuttosto bruschi condotti alla centrale di polizia per subire estenuanti (e ridicoli) interrogatori. Per esempio: Li facevano sedere davanti ad un tavolo con, disposizione, dei fogli di carta ed una penna. -Scrivi. E quello aspettava che loro dettassero qualcosa. E invece per loro era sottinteso che facessero una confessione "volontaria" e dettagliata su tutto quanto era avvenuto durante il nostro soggiorno: Di cosa parlavamo, ovviamente con risvolti politici, se avevamo dato loro dollari, whiskey, sigarette. Era duro, per loro, spiegare che il nostro soggiorno era dovuto, più che altro, al fatto che la Transilvania era una regione, a maggioranza ungherese, dove... le ragazze sono bellissime. Ma venne il momento in cui il chiarimento ci fu, ed anche molto convincente. Avevo ecceduto nel fumo delle sigarette, per cui subii un attacco di laringite con "afonia" che mi preoccupò alquanto. Un amico rumeno, autista dell'ambulanza addetta al trasporto delle partorienti di tutto il circondario, che dovevano essere condotte all'ospedale e, poi, ricondotte a casa dopo l'evento, era un "potente" poichè era continuamente pregato da tutti i medici di dargli un "passaggio" nelle sue trasferte. Addirittura si prenotavano. E siccome nessun medico, o primario, disponeva di auto, lui aveva in pugno tutto l'ospedale. Mi presentò al primario otorino che si mise a completa disposizione e, dopo accurata visita, mi prescrisse delle applicazioni di antibiotico per "aerosol" da farmi praticare, gratis, nell'ospedale. Mi raccomandò di passare da lui, a fine cura, dopo una settimana. Premetto che io parlavo, e parlo, il rumeno, in modo fluente e perfetto. Il giorno stabilito, entrai nel suo studio, e lo trovai con altre due persone, che sembravano essere lì per caso. Addirittura me le presentò come "amici" capitati per caso. Dal loro modo di vestire, con scarpe nere a punta, cravatta, che nei paesi comunisti era un segno di distinzione riservato a quelli che comandano, si capiva benissimo che appartenevano alla polizia segreta. E si capiva benissimo che avevano dato ordine al primario, di sottopormi, in loro presenza, ad un interrogatorio informale, con domande già programmate che non dovevano dare l'impressione di un interrogatorio, ma dovevano cercare di scavare nella mia personalità e scovare eventuali intenti sobillatori o di spionaggio. Ed io, che la sapevo più lunga di loro, seppi stare brillantemente al gioco. Il primario, con garbo, come se fosse interessato alla mia attività professionale, mi chiese cosa facevo in Italia. Risposi che esercitavo la "libera professione" di ingegnere, che, in un paese comunista, è una bestemmia. Ma questo servì a rafforzare il convincimento della mia sincerità nelle risposte. E poi, quali erano le mie letture, e qual era l'ultimo libro che avevo letto. Senza infingimenti risposi: Doktor Zivago, libro proibito in Romania ed in tutti i paesi comunisti. L'ultimo progetto eseguito? una chiesa bizantina visto che io, in Italia, facevo parte di una comunità greco-cattolica. Ed in Romania, la chiesa greco-cattolica era stata messa fuori legge dal regime ed i beni confiscati ed assegnati alla Chiesa ortodossa, che se li godeva. Il motivo delle mie frequenti visite in Romania? Non toccai minimamente l'argomento donne, ma misi in risalto il mio interesse per l'architettura delle chiese ortodosse, per via che ripetono gli schemi delle chiese bizantine, e la Moldavia rumena è molto ricca di tali monumenti. Ed in ultimo: -Sei socialista? -No ! Ebbi l'impressione che fossero colpiti dalla mia sincerità che non destava alcuna ombra di bugia. E perchè parlavo così, bene la lingua rumena?   Ma perchè io, per il mio bilinguismo (italiano-albanese) ero dotato di una facilità nell'apprendimento delle lingue e poi, la mia ottima conoscenza del latino, mi facilitava nella lingua rumena che, delle neolatine è, forse, la più vicina alla lingua madre latina. E poi, da non sottovalutare, che il rumeno, si avvicina moltissimo al dialetto della mia regione, la Calabria. Portai alcuni esempi:

Socru = il suocero

Mamata = tua madre

Sarcina = un peso Soara ta = tua sorella.                                                                

Insurat = sposato                                                                         

Cascaval = caciocavallo                              

Prune = prugne

E ancora che molte parole rumene sono comuni all'albanese:

Buza = le labbra

Bogat = ricco

Burta = la pancia

Cal = cavallo

Castravez =cetriolo

Guli = torzolo.

Dimenticavo il particolare più importante: Tutta la conversazione si svolse con me seduto sulla sedia delle visite, sotto la lampada accesa che serve ad illuminare il cavo orale, anche a visita già ultimata, senza però spegnere la lampada, quasi una dimenticanza che però dava tutta l'impressione di un interrogatorio   di ..."terzo grado". Uscimmo tutti vincitori: Io che allontanai ogni dubbio sulla mia presenza; Il medico, che seppe fare brillantemente la sua parte; I due poliziotti che riuscirono a tranquillizzare l'apparato. Al di fuori dell'ospedale, c'era un cantiere in atto. Chiesi all'amico autista che cosa stavano costruendo. -L'OSPEDALE A PAGAMENTO. -cosa? L'OSPEDALE A PAGAMENTO. Non volevo, crederci. Ceausescu aveva capito che l'assistenza medica era una mammella da mungere, altro che la decantata assistenza gratuita al popolo. Cioè, anche lì, se ti volevi curare, e guarire, dovevi ricorrere al "danè" se l'avevi. Altrimenti? Altrimenti la prendevi in quel posto, beninteso, però, gratuitamente.

Ernesto SCURA

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