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Lo scorso 6 giugno don Vincenzo Ferraro ha tagliato l'importante traguardo del venticinquesimo anno di sacerdozio.
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Il Vangelo di questa domenica ci svela il senso profondo della relazione che ogni cristiano, come me, come voi è chiamato ad avere con il Signore, consapevoli che questa non si esaurisce mai. Vi lascio alcune parole su cui riflettere e vi auguro di rimanere sempre in relazione con il Signore:
Tutto quello che il Padre possiede è mio;
per questo ho detto che prenderà
da quel che è mio
e ve lo annuncerà
Gv 16,12-15
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Oggi, festa della Santissima Trinità, siamo invitati a lasciarci guidare dalla parola del Signore Gesù che permette al nostro sguardo di contemplare la vita di Dio, là dove il Padre è una cosa sola con Gesù. La vita di Dio è comunione, comunicazione di amore. Lasciamoci raggiungere dal messaggio di amore che Cristo ci comunica attraverso il dono dello Spirito santo; entriamo nel dinamismo dell’amore trinitario ogni volta che non ci chiudiamo in noi stessi, ma ci apriamo ad un orizzonte di solidarietà reciproca. Aiutiamoci a vivere in quest’amore!
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di Giulio Iudicissa
Dallo scrigno delle conversazioni con mia madre riaffiora, oggi, un pomeriggio invernale. Si discorreva del tempo, delle mode e di certe stravaganze. Sedevamo, come al solito, lei sulla poltroncina in pelle nocciola ed io, a lato, sulla bassa seggiola impagliata. Le piaceva tanto ascoltarmi ed io ero molto interessato al suo parere, cosicché le ore scivolavano lente, come se dovessimo trascrivere l'uno le parole dell'altra. “Possibile, le dicevo, che il mondo sia così cambiato?” E lei, con un segno di tristezza negli occhi suoi dolci, piegando la testa, mi rispondeva che si era solo all'inizio.
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Il Vangelo di oggi Gv 16,12-15: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
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Nella domenica di Pentecoste condivido con gioia un pensiero con voi, per sentirci vicini nella missione che il Signore ci ha affidato:
Io pregherò il Padre
ed egli vi darà un altro paraclito
perché rimanga con voi per sempre
Gv 14,15-16.23-26
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L’evento di Pentecoste, con la discesa dello Spirito santo sui discepoli del Signore, ci viene incontro come il sigillo e il compimento della Pasqua. L’esito coerente del dono di sé da parte di Gesù è il dono del suo Spirito in noi. Si tratta di un compimento che, in realtà, è un nuovo inizio: l’inizio della vita nuova in noi. Il vangelo ci dice chiaramente in cosa consista questa vita nuova: è il coinvolgimento e la partecipazione alla vita trinitaria, alla relazione d’amore esistente fra la persone divine. Coinvolti in quest’amore, ora anche noi siamo in grado di amarci gli uni gli altri. Ed è veramente Pasqua! Buona domenica di Pentecoste!
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Il Vangelo di oggi:Gv 14,15-16.23b26: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
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di Giulio Iudicissa
Di case ne ho abitate sei. Di una non ho alcun ricordo, essendo allora nelle fasce. Le altre le conservo chiare, fin nei particolari, con il loro contesto urbano ed umano. L'ultima mi risultò sempre più bella della precedente, per arredo e conforto, fino all'attuale, fresca d'estate e calda d'inverno, nonché piena di luce. La prima, però, ormai lontana in un mondo pur'esso lontano, mi resta pregiata. Me la porto dentro, ovunque io vada, con i suoi prufumi di stagione, con il caldo braciere e la frescura del vico. Io abitai in essa ed ora essa abita in me. Ed è voce del vento e della pioggia, è carezza del sole e fiocco di neve.
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La macabra esposizione di cadaveri, appesi per i piedi, a Piazzale Loreto, il 28 Aprile del 1945, fu definita da Ferruccio Parri", massimo esponente del CLNAI, visibilmente nauseato : UNA MACELLERIA MESSICANA".
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In questa domenica si celebra l'Ascensione del Signore, vi lascio un breve commento su cui meditare, spero vi possa essere d'aiuto:
Alzate le mani li benedisse…
Mentre li benediceva,
si staccò da loro
e veniva portato su in cielo
Lc 24,46-53
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La parte conclusiva del tempo pasquale è segnata dai due eventi dell’Ascensione e della Pentecoste; nel loro succedersi possiamo cogliere un po’ più in profondità l’inesauribile ricchezza del mistero pasquale vissuto dal Signore Gesù e tutte le sue conseguenze per la nostra vita. Nell’Ascensione i nostri sguardi sono attirati in prima battuta da Gesù che sale al cielo e, di conseguenza, viene sottratto alla nostra vista; nel suo staccarsi da noi, però, il Signore ci lascia permanentemente la sua benedizione. Questo suo dire bene su di noi diventa sigillo e memoria che con la sua Pasqua la nostra umanità è innalzata accanto a lui per sempre. Il Signore vi benedica e vi custodisca.
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di Giulio Iudicissa
Io non so se la grande guerra abbia risolto almeno uno dei problemi, per i quali era stata dichiarata e combattuta. So, però, che, nel 1918, quando ebbe a finire, in tutte le case ci fu una persona cara da piangere o un'altra da medicare. E, come se non bastasse, ai lutti ed alla fame, si aggiunse l'emigrazione, che svuotò ulteriormente città e paesi. Tutto ciò è stato raccontato sulla carta ed al cinema. E, però, manca qualcosa, che resta sepolta negli archivi e che aspetta di essere rispolverata, letta e raccontata. Ecco: sui fronti, sui campi di battaglia, nelle retrovie, non c'erano solo soldati, che lì lasciarono l'anima o che il destino volle salvare. C’erano anche tante donne, oltre 15mila suore e non meno di 7mila crocerossine, che con carità fasciarono ferite e furono madri, sorelle, spose e figlie.
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Il Vangelo di oggi: Lc 24,46- 53: In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme.
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