di Salvatore Martino
In questi giorni che ci separano dal Conclave, sarebbe importante per la gran parte delle organizzazioni ecclesiali e per tante figure presenti nella Chiesa, anziché lasciarsi irretire dal toto papa che sta impazzando sulla stampa e sui social, inseguendo discorsi e dibattiti che nulla hanno a che fare con ciò che nei prossimi giorni avverrà nella Cappella Sistina,
si concentrassero su una verifica del cammino ecclesiale di questi anni, e promuovessero una presa di coscienza circa i problemi che, oggi, stanno attraversando la Chiesa, e circa la possibilità che essa sia diventata altro rispetto a quella descritta dal Concilio Vaticano II. Sarebbe importante, non solo per un rilancio della presenza della Chiesa all’interno delle comunità, ma anche per la ripresa di un cammino ecclesiale che non è diretto alla gestione di attività, di servizi, o di manifestazioni, come sempre più spesso oggi accade, ma alla costruzione di itinerari che aiutino l’uomo a trasformare questo mondo e a ricondurlo dentro gli argini della salvezza. In questo modo, non solo si aiuterebbe la Chiesa ad accogliere il nuovo pontefice, ma gli si renderebbe un servizio importante per l’avvio del suo pontificato.