di Salvatore Martino
Con così tanti morti nei cantieri e con un fiume di giovani che continua incessante ad andare verso l’estero in cerca di lavoro, senza che nessuno prenda coscienza dei danni che questo fenomeno sta provocando alle famiglie e al Paese, soprattutto al Sud,
con lo spopolamento di interi territori, festeggiare il Primo Maggio è davvero molto difficile, ma bisogna farlo lo stesso, quanto meno per richiamare l’attenzione di tutti verso il LAVORO che, mortificato fino ad ora in una società come la nostra basata sullo scarto, deve tornare ad essere VALORE CENTRALE, e non più pretesto e vittima di una logica, quella del profitto, che già troppi danni ha fatto e sta facendo in tutto il mondo.