di Salvatore Martino

La perdita della memoria è una caratteristica di questo tempo, che ingoia tutto, e che spinge a non considerare il passato come fattore importante per andare avanti.

Molti ricordi si stanno affievolendo, altri, addirittura, stanno sparendo dalla memoria collettiva, per cui, a volte, di fronte a citazioni di personaggi del passato, che hanno segnato, con la loro vita, tratti della nostra storia locale, in tanti, si stringono le spalle, non sanno cosa dire, perché nessuno gliene ha mai parlato.  Sarebbe il caso, prima che tutto venisse cancellato, di individuare le figure più significative, e riproporle ai più giovani, per non perderne la memoria. In questo caso, il riferimento va a mons. Antonio Guarasci, nato a Rossano il 19 maggio del 1916, un sacerdote, tra i più impegnati nell’allora diocesi di Rossano, che ha educato e formato intere generazioni di giovani, che ancora oggi, a distanza di trent’anni dalla sua morte, lo ricordano con affetto e riconoscenza per quanto è riuscito a dare a ciascuno di loro in termini di formazione e di educazione alla speranza. Uomo di cultura, appassionato studioso di problemi sociali, svolse un lavoro intenso come Vicario del Vescovo, come Assistente dell’Azione Cattolica, come docente, come Assistente delle Acli. In tempi assai difficili e compromettenti, seppe stare a fianco dei lavoratori e delle classi più umili. Per chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, lo ricorda come dinamico parroco di san Pietro in Rossano, come sacerdote attento e solidale con la sua comunità, che curò sempre con passione e affetto, riuscendo, persino, a mantenere i contatti con quei parrocchiani che erano costretti ad emigrare all’estero, in Germania, in Svizzera, e nel nord del nostro Paese, avendo cura, nel contempo, delle loro famiglie. Il suo ufficio parrocchiale era il punto di riferimento di tutti i bisognosi della parrocchia e, non di rado, per loro conto, si interfacciava con le istituzioni per risolvere problemi o per il riconoscimento di diritti. In un tempo in cui, la cultura e la conoscenza erano un po’ un privilegio, mons. Guarasci aveva costituito una piccola biblioteca parrocchiale per consentire ai suoi giovani di poterla consultare. Negli anni ’60, seguì con entusiasmo lo svolgersi delle varie sessioni dei lavori conciliari, e fu tra i primi parroci ad innovare la liturgia e ad introdurre i laici in ruoli di responsabilità e di gestione della parrocchia. A distanza di così tanto tempo, la sua figura continua ad essere custodita con affetto da tanti dei suoi ex giovani.

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