di Cristian Fiorentino
Emozionante, originale e caratteristico il pellegrinaggio diocesano, svoltosi dal 4 al 9 settembre, indetto e predisposto dall’Arcidiocesi di Rossano-Cariati e riportato accuratamente sulla pagina social ufficiale dello stesso organismo religioso.
Viaggio ideato sui luoghi dei “Santi Francesi” che secondo la tradizione Cristiana hanno contraddistinto la storia nella nazione transalpina. La celebrazione eucaristica, officiata nel cuore di Parigi presso la cappella della “Medaglia miracolosa”, è stato il primo atto del pellegrinaggio sulle orme dei “Giganti della Fede”. Santa Messa, così come tutte le altre liturgie successive, presieduta dall’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise e da Mons. Franco Milito, Vescovo Emerito della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi Milito, concelebrata da diversi sacerdoti e seminaristi nonché alla presenza dei pellegrini diocesani. Visitati gli ambienti appartenuti a Santa Caterina Labourè, caratterizzati dal vocabolo "Merci" presente in molti punti del complesso, che durante un’apparizione, ha ricevuto la richiesta della “Vergine Maria” di far coniare delle medaglie con diciture ben dettagliate.
La Madonna ha anche evidenziato che “Chi avrebbe portato con Fede la Medaglia Miracolosa avrebbe ricevuto tante Grazie”. Rito che i devoti praticano ancora oggi. L’impegno affidato a S. Caterina è direttamente proporzionale non solo all'Amore di Gesù verso gli uomini, intriso di Fede e Speranza, ma anche alla prospettiva di guardare a Maria come Madre. Attraverso la Sua intercessione Materna, rimembrando le nozze di Cana, si può ambire a Nostro Signore. Nell’omelia, Monsignor M. Aloise ha spronato tutti a “Vivere questi giorni di pellegrinaggio come un dono, un tempo di grazia che ci aiuterà a crescere nella fede in Cristo e nella fraternità".
Oltretutto, visitata la città e soprattutto la “Tour Eiffel” e la cattedrale di “Notre Dame” de Paris, in pieno clima di armonia, costeggiando la Senna. Pellegrinaggio proseguito il 5 settembre, nel giorno in cui si fa memoria di Santa Teresa di Calcutta, facendo tappa nell'antica città di Rouen famosa per le vicende legate a Santa Giovanna D'Arco, canonizzata nel 1920.
Giovane, illuminata da Dio, che senza formazione militare, si è rilevata stratega nella decisiva vittoria che scampò la Francia dalla conquista inglese. La sorte, però, la vedrà arrestata e condannata come eretica iniquamente al rogo, avvenuto in piazza del mercato di Rouen. La visita è proseguita a Lisieux nei luoghi consacrati a Santa Teresa di Gesù Bambino. Morta di tubercolosi a soli 25 anni nel monastero di Lisieux, Santa Teresa è venerata in tutto il pianeta e la basilica francese a lei intitolata, dopo Lourdes è il secondo luogo di pellegrinaggio più visitato in Francia.
È stata canonizzata nel 1925 da Papa Pio XI che la definì “Stella del suo pontificato”. San Papa Giovanni Paolo II nel 1997, invece, l’ha proclamata “Dottore della Chiesa” in ricorrenza del centenario della morte. Teresina di Lisieux, nota a tutti come Santa Teresa del Bambin Gesù, ha una storia incredibile perché morta quasi ignota è divenuta in seguito una Santa di fama mondiale.
Oltre ad essere mistica, drammaturga e dottore della Chiesa è anche protettrice dei malati di Aids, di tubercolosi e di altre malattie infettive nonché patrona delle missioni, proprio lei che scelse la clausura. La fama di Santa Teresa si deve anche alle sue memorie, meditazioni e tanti altri scritti racchiusi nei diari pubblicati dalla sorella Pauline, divenuta poi madre Agnese. “Storia di un’anima”, divulgata nel 1898, è un testo religioso e allo stesso tempo poetico, teatrale comprendente lettere e suppliche che espongono la spiritualità eccelsa di Santa Teresa.
Entrata nelle suore carmelitane di Lisieux col nome di suor “Teresa del Bambin Gesù del Volto Santo”, scoprì che l’habitat monacale era ostile e poco spirituale. Ed è proprio grazie al suo operato che dà vita ad una sorta di riforma dell’ambiente, iniziando da sé stessa. L’originalità della sua spiritualità, nota come teologia della "Piccola Via", consta nel cercare la santità, nelle azioni anche più normali del quotidiano, a patto che si compiano per amore di Dio. Dopo la morte, la sua fama si estende rapidamente in Francia, Europa e nel mondo intaccando emozioni in vari animi e personalità nonché tra il popolo.
Visitato il “Carmelo” di Lisieux, dove è sepolta S. Teresa, e la basilica eretta in suo onore e dove sono tumulati anche i suoi genitori. Proprio nella cripta, in un’atmosfera di Santità genuina, è avvenuta la Celebrazione Eucaristia. Altra meta del pellegrinaggio è stata Caen, paese noto e antica capitale della Normandia, edificata da Guglielmo il Conquistatore mille anni fa. Osservate le magnificenze di due abbazie, quella degli uomini e quella delle donne, la chiesa di San Pietro, in stile gotico e tardo gotico, come affermazione di un rapporto tormentato tra l'azione di Dio e le scelte degli uomini. Comitiva che, nella stessa giornata, ha ammirato anche l'enorme abbazia di “Mont Saint Michel”, innalzata nell'ottavo secolo dal Vescovo Sant'Oberto.
Monastero dove dimorano ancora oggi monaci e monache della “Fraternità di Gerusalemme” che hanno accolto i pellegrini per la Santa Messa e illustrando dettagli e storia del luogo. L'isola di “Mont Saint Michel”, inoltre, è la seconda zona al mondo dove le maree sono più visibili: nella zona alta dell’abbazia, infatti, è possibili scrutare orizzonti distesi. Fabbricato suddiviso su tre livelli che determinano la volontà dei monaci di occuparsi della preghiera e dell'accoglienza dei pellegrini e dei poveri per dare loro conforto e annunciare il Vangelo. Livelli che rappresentano anche la “Forza dell'Amore di Dio” che, grazie al supporto dell'Arcangelo San Michele, contribuisce ad osteggiare le forze del male e a declinare i nuovi idoli del mondo di oggi. Da evidenziare la linea sacra meglio conosciuta come “Ley line di San Michele” che collega attraverso una retta i luoghi di culto importanti connessi alla figura dell’Arcangelo e costruiti nel corso dei secoli: Skellig Michael (Irlanda”, St Michael’s Mount in Cornovaglia, (Inghilterra), Mont Saint Michel in Normandia (Francia); La Sacra di San Michele in Val di Susa, San Michele, Monte Sant’Angelo, in Puglia, Il Monastero di San Michele sull’Isola di Simi, (Grecia) e il monastero di Monte Carmelo, (Israele). Le linee che congiungono i paesi speciali attraverso i fulcri energetici del mondo di cui non si comprende il senso originale. Di certo l’unione tra queste zone particolari aumenta le attenzioni verso l’Arcangelo nonché gli approfondimenti sotto diversi aspetti. San Michele è patrono di molteplici città, è il custode della Chiesa Cattolica, protettore degli Infermi e di diversi altri ordini tra cui “Celeste Protettore dell’Ordine dei Minimi di S. Francesco di Paola.” E sabato 7 settembre, l’arrivo a Tours ha regalato emozioni supplementari. Celebrata l'Eucaristia, infatti, proprio nella cappella dove era stato sepolto proprio San Francesco di Paola. Il Santo Patrono di Calabria, infatti, inviato da Papa Sisto VI nel 1483 per guarire il Sovrano Luigi XI, morì a 91 anni il 02 aprile 1507. Il 13 aprile 1562, degli ugonotti forzarono la sua tomba, trovarono il corpo incorrotto e vi diedero fuoco. A causa dell'incendio sono rimaste poche reliquie, conservate in massima parte nel convento di Paola. Durante tutto l'anno, il convento Reale dei Minimi accoglie molti pellegrini dalla Francia e dall'Italia. Ogni anno, all'inizio di aprile, viene celebrata una messa presso la tomba di S. Francesco per il transito alla casa del Padre. Alla fine, Luigi XI non fu guarito ma convertito sul letto di morte. Re Carlo VIII, successore di Luigi XI, stimò molto Francesco e contribuì alla fondazione di due monasteri dell'Ordine dei Minimi, tra cui quello di Plessis-les-Tours e l’altro sul monte Pincio a Roma. Del grande convento oggi rimane solo la cappella della Sua sepoltura e la tomba. Monsignor M. Aloise, ha evidenziato come la cappella sia collocata in un giardino, proprio come il sepolcro di Gesù. “Come era vuoto quello di Gesù perché il Signore è risorto, così la tomba di San Francesco è vuota perché è risorto e ancora oggi, attraverso di noi, può continuare a parlare annunciando la gioia di vivere la carità”. Visitata anche l’antica città di Tours, devota a San Martino Vescovo che in vita fu un ufficiale romano, da sempre vicino ai poveri. Da Vescovo si impegnò per ristrutturare la comunione dentro e fuori della Chiesa. La basilica dedicata a S. Martino, distrutta a poi riedificata, è ancora meta di tantissimi pellegrini che Lo contraddistinguono come riferimento e appello alla speranza, alla felicità e alla carità, la stessa tanto cara a S. Francesco di Paola. Domenica 8 settembre, in occasione della Memoria della “Natività di Maria”, i pellegrini sono arrivati nel convento di Nevers presso S. Gilard dove è custodito il corpo di Santa Bernadette Soubirous, la giovane che a Lourdes, nel 1858, ebbe le apparizioni della Madonna. Ad inizio Celebrazione Eucaristica, Suor Susanna in maniera certosina e trascinante ed emozionante ha esposto l’incredibile vita di San Bernadette soffermandosi sulle apparizioni e la folla di persone che convergevano da tutta la Francia e sul riparo trovato proprio presso le suore della “Carità di Nevers”, che dimoravano anche a Lourdes. S. Bernadette imparò a leggere e a scrivere proprio presso le suore maturando la vocazione ed entrando nella congregazione dove il carisma coincideva con la sua indole: quella di occuparsi dei poveri e degli emarginati. S. Bernadette, in effetti, ha sempre asserito che la Madonna era apparsa a lei proprio perché la più povera di Lourdes. "Se a Lourdes – si legge nei suoi scritti - ci fosse stata una ragazza più povera e ignorante di me, la Madonna sarebbe apparsa a lei". Dopo otto anni, ammessa nel monastero di Nevers, inizia la sua formazione per consacrarsi all’ordine delle suore della “Carità”. La Madre generale, il giorno dopo al suo arrivo, le consentirà per l'unica e assoluta circostanza di relazione sulle apparizioni avute. S. Bernadette sottolinea due fattori: “Quando le è apparsa la "Signora", lei avrebbe voluto fare il segno di croce, ma vi è riuscita solo quando la Madonna ha fatto un "grande" segno di croce, per indicare la centralità di Gesù Cristo. Il secondo, quando lei chiede il nome alla Signora, questa, rispondendo che è l'Immacolata Concezione, accompagna queste parole allargando le braccia, segno dell'accoglienza, da parte di Maria, a tutta l'umanità”. Dopo la professione eterna, S. Bernadette pensava di essere spedita in qualche zona per prendersi cura dei poveri, e invece fu nominata per sempre infermiera del convento. Seppur a malincuore, accettò e si prese cura delle suore che nessuno voleva curare. Morì giovane all'età di 35 anni e sul punto di morte alle sue consorelle disse: "Pregate per me che sono una povera peccatrice". Lo stesso Arcivescovo M. Aloise ha rimarcato che “Santa Bernadette ha sempre riconosciuto di essere al servizio di Gesù e di Maria, senza mai apparire come protagonista di una storia che ancora oggi continua a parlare al cuore dell'umanità perché il messaggio che la Madonna ha voluto inviare a tutti è un invito alla preghiera e all'amore verso gli ammalati e i sofferenti”. Il viaggio, nello stesso giorno, ha fatto tappa a Lione mentre lunedì 9 settembre il pellegrinaggio dei “Santi Francesi”, è approdato ad Ars. Qui si è potuto apprendere la figura di San Giovanni Maria Vianney, meglio conosciuto come il Santo Curato d'Ars, proclamato da Benedetto XVI “Patrono di tutti i Parroci”. Nella basilica a Lui dedicata celebrata l'Eucaristia. Nell’omelia Monsignor M. Aloise ha tracciato tutto il percorso del pellegrinaggio, indicando, per ogni Santo, le peculiarità più apprezzabili della loro vita. Su San Giovanni Maria ha mostrato le linee della sua Santità definite: “La semplicità e il desiderio di testimoniare la misericordia di Dio alle anime a lui affidate nella sua parrocchia e poi a quelle che accorrevano da tutta la Francia al suo confessionale per sentirsi toccati dalla Grazia di Dio. Innamorato dell'Eucaristia, nella preghiera trovava il suo benessere e la sua gioia. Riportiamo l'Atto d'amore composto da questo sacerdote, umile e "sprofondato" nell'Amore infinito di Dio, dove si può ammirare l'essenziale della sua spiritualità e il segreto della sua Santità”. Questa la famosa invocazione del Santo Curato d'Ars: "Ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all'ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l'unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me, e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo. Amen". Nel pomeriggio ammirata la città di origine romana Lione, del 53 A.C., dove fu Vescovo Sant'Ireneo, considerato Dottore della Chiesa e discepolo di San Policarpo. S. Ireneo è conosciuto per le sue opere avverse alle eresie. Lione famosa anche perché città natale del noto teologo contemporaneo, Henri de Lubac. Visitata anche la basilica di “Notre-Dame de Fourvier”, intitolata alla presenza materna e premurosa di Maria nei confronti della città, la cattedrale, e i quartieri caratteristici per i traboules, passaggi su cui si fabbricavano le case e che consentivano di andare da una strada all'altra, sinonimi delle radici storiche, religiose e civili che rappresentano un paese in ogni età con i suoi valori ricevuti e vissuti. A proposito del legame radicale della città a Maria, nell'ultima stagione calcistica, è balzato agli onori della cronaca l'incredibile storia successa al Lione, squadra di tradizione in Francia, passato dall'essere il fondo alla lega francese, con 1 sola vittoria nelle prime 14 partite, al sesto posto finale e alla qualificazione per il turno preliminare della Conference League. Merito attribuito alle preghiere dei tifosi alla "Vergine Maria" che durante una partita, nel peggior periodo della squadra, hanno fatto qualcosa di impressionante alzando una mega bandiera in onore della Madonna vincendo per 3 a 0 lo stesso giorno, infilando altre 14 successi sulle restanti 22 giornate e raggiungendo anche la finale della Coppa di Francia. Oltretutto, la squadra è stata guidata dal direttore dell'accademia giovanile senza esperienza in Ligue 1, dopo aver licenziato l'allenatore Grosso per gli scarsi risultati. Qualche tifoso e devoto in merito ha scritto esclamando: "Chiamatelo come volete, io lo chiamo amore di Mamma".