di Cristian Fiorentino
L’interpretazione musicale proposta dall’associazione musicale “Jonio Pelagos”, lo scorso 26 aprile, ha confermato anzi superato le aspettative. Concerto andato in scena presso il nuovo complesso parrocchiale dello scalo coriglianese “San Giovanni XXIII”, per l’occasione più che gremito.
Grazie all’ospitalità del parroco Don Tonino Longobucco e al sostegno di alcuni partner commerciali, l’evento dal titolo “Armonie Celesti” ha visto protagonisti la rinomata orchestra e il chorus che hanno fatto il pieno di partecipanti e critica. L’esibizione dei brani proposti è stata un crescendo di melodie ed emozioni tra il pubblico.
La bravura di musicisti/e coriste/i, in effetti, è stata intervallata dalla simpatia e dalla bravura del direttore d'orchestra, originario di Sibari e dal curriculum mondiale, che ha guidato per mano, attraverso brevi ma significative spiegazioni, la platea. Ha descritto la “Jonio Pelagos” come un sodalizio regionale originale che abbraccia e si esibisce con copie di strumenti storici, di epoca mozartiana e romantica, e che il “La” del diapason dell’orchestra è fissato a 430 Mhz. Le soliste, invece, armonizzando alla perfezione corde vocali, diaframma e ugola hanno eccelso nelle loro esposizioni tanto da sembrare quasi uno strumento aggiuntivo a quelli dell’orchestra. In evidenza il talento soprano tutto coriglianese Maria Rosaria Romio, le colleghe cinesi soprano JiaYi Ding, XiYi Wang e i mezzo soprano JiaYi Zhu e Xu Jie e Ruitlan Chen.
Oltre all’eccellente voce l’affermazione delle soliste è stata dettata anche dalla gestualità del corpo, di mani, braccia e della mimica del viso. L’affiatamento e il sincronismo dei professionisti musicisti, invece, hanno esaltato le voci offrendo una musicalità dagli spartiti storici ma dal tono coinvolgente, cullante ed esaltante. Come evidenziato da Don T. Longobucco “queste melodie riferiscono e celebrano la Fede e qui sarete sempre i benvenuti”. In effetti, basta consultare la scaletta per capire le parole del parroco. I brani proposti sono stati: "Ave Verum Corpus" e "Laudate Dominum" di Wolfgang Amadeus Mozart; “La Vergine degli Angeli” di Giuseppe Verdi; “Gloria” e “Bajazet: Sposa son disprezzata” di Antonio Vivaldi; “Stabat Mater: Cujus animam gementem”, “Stabat Mater: Eja mater fons amoris” e “Stabat Mater: Quae moerebat et dolebat” di Giovanni Battista Pergolesi; “Vaghi Augelletti: Per dolce ardore” e “Vaghi Augelletti: Quel puro colore” di Francesco Conti; “Giulio Cesare: V’Adoro pupille” di Georg Friedrich Hendel. Osservato, durante la serata, anche un momento di raccoglimento in Memoria di Papa Francesco, omaggiato dalla “Jonio Pelagos" con il brano "Panis Angelicus" scritto da San Tommaso d'Aquino e musicato César Franck.
I musicisti che hanno suonato nell’orchestra sono stati: al clarinetto Loris Apollaro, Emanuele Pio Ceraso, He Yilin, Jiang Yongrui, Marco Mauro, Francesco Proietti, XiRui Zhang, Qi Duo Yan e Jacopo Sanso; al flauto Cecilia Fedi; al violoncello Gaia De Vittoris; al contrabbasso Lorenzo Gialluca; all’organo Riccardo Tiberia; al violino Gemma Guerrieri, Alessio Gizzi, Nicoletta Fernandes e Annarita Fiorentino; alla viola Michele De Sanio e al fagotto Matteo Bonfatti. Tra soliste e musicisti diversi le ragazze e i ragazzi cinesi, rientranti in una sorta di erasmus musicale che la “Jonio Pelagos” ha sposato da qualche anno. Il Coro, invece, è stato composto dai tenori Pierfrancesco Aversente, Michele Durante, Leonardo Iannini, Roberto Vuozzo, bassi Salvatore Cirianni, soprani Paola Di Vico, Carmen Faita, Letizia Gentile, Emilia Macrino, Amelia De Rasis e Maria Rosaria Romio e contralti Ornella Conso, Marinella Formaro, Domenica Gallo, Tina Iannini, Adele Malfarà, Carla Russo e Francesca Maria Nives Langella.
Proprio sul coro il maestro R. La Banca ha osservato la professionalità dei singoli elementi definendoli generatori di cultura, basilare per la crescita in ambito non solo musicale ma anche sociale. A tal proposito, il parroco Don T. Longobucco in coda all’evento, ringraziando coro, maestro e orchestra nonché il pubblico, ha espresso parole d’orgoglio e tutta la soddisfazione nei confronti di tutto l’organismo musicale e soprattutto per le e i componenti che appartengono già al coro parrocchiale, rilanciando anche il discorso culturale italiano, in ogni campo e settore, magari da far riaffiorare come ai tempi di Mozart. In effetti, l’euritmia modulatrice e coordinante del chorus ben si è amalgamata a strumentisti e soliste generando eleganti esibizioni. Va in archivio tra scroscianti applausi il concerto "Armonie Celesti", con la consapevolezza di avere delle eccellenze in casa propria e nel resto del comprensorio, da sostenere e coltivare in prospettiva.