Fonte: Lettera aperta

Cari concittadine e concittadini, ci rivolgiamo a Voi che avete sentito con noi l’esigenza di sostenere, con l’apposizione delle vostre firme, la proposta di legge per IL RITORNO ALL’AUTONOMIA DEI NOSTRI COMUNI DI CORIGLIANO  E ROSSANO.

Per onore della verità, siete stati molti di più di SEIMILATRECENTOVENTUNO, poiché, in effetti, abbiamo raccolto oltre OTTOMILA firme (ben tremila in più delle 5.000 sottoscrizioni minime richieste dalla norma!), ma tra le apposizioni in ritardo, errori di trascrizioni e documentazioni anagrafiche imperfette, tante (6.321) sono le firme che sono state depositate il 18 Maggio 2023 alla Regione Calabria, quindi tutte e tutti indiscriminatamente, a prescindere dalla stretta validità ufficiale dell’autografo, avete comunque dato vita ad una grande comunità di cittadini uniti da un comune nobile obiettivo: IL RITORNO ALL’AUTONOMIA. In questa fase, molto importante per le nostre comunità, a ridosso delle elezioni amministrative, che vedrà avvicendarsi la seconda Amministrazione che andrà al governo di questa NON CITTA’ alla quale è stato dato il NON NOME di Corigliano Rossano, sentiamo la necessità di comunicare le scelte che nel merito come Associazione abbiamo inteso prendere, crediamo, nell’interesse del nostro intento comune e della comunità tutta. Come presupposto dobbiamo denunciare, con grande dispiacere, che in questi cinque anni di Amministrazione a tutti noi, è mancato in Consiglio Comunale una voce che rappresentasse il NOSTRO CRITICO MA REALISTICO PUNTO DI VISTA, severo ed obiettivo, derivante dal malessere, dalle contraddizioni, dalle denunce, insomma dalla rappresentazione delle criticità che nel Comune, generato da una malnata fusione, sono via via emerse, presentandosi in tutta la loro drammatica realtà di governo, una per tutte, nel suo significativo simbolismo: la  difficoltà nella genesi, i ritardi di anni ed infine l’estrema inconsistenza della redazione dello Statuto, strumento cardine dell’ordinamento comunale. Si è fatta largo, alla luce di ciò, l’ipotesi che la presenza di almeno una rappresentanza in Consiglio Comunale che portasse nel nuovo consesso il DNA dell’autonomia o comunque delle nostre provenienze, non sarebbe stato un errore, anzi, addirittura un’esigenza, soprattutto per dare voce e continuità alla mole di lavoro che da oltre otto anni è stato fatto sul territorio, sin dal varo della proposta di legge regionale del 31/10/2016, con la quale si dava il via all’iter della fusione, e che ancora oggi ci vede soggetti primari, impegnati al Tribunale Amministrativo Regionale della Calabria ad impugnare l’arroganza ed il disprezzo col quale la Regione ha tenuto in considerazione l’istanza d’autonomia dei 6.321 cittadini che, affidandosi alla democrazia ed alle leggi che la difendono, non chiedono altro se non di potersi esprimere nel più alto atto che la rappresenta : IL REFERENDUM. Pur considerando la giustezza di queste ragioni, tuttavia, la scesa in campo del C.R.A., sostenuta da più parti come legittimo e naturale esito di un serio impegno civile, potrebbe dare luogo ad una falsa interpretazione del lavoro che per le due Città fin qui è stato svolto, e, cosa che non vorremmo mai,  porre la raccolta delle firme sotto la immeritata cattiva luce di un qualche meschino interesse di parte. Il nostro è stato, sin dal primo momento, un servizio svolto per la collettività, disinteressato e trasparente, che ha visto l’impegno e la passione di tanti soggetti provenienti dalle più disparate esperienze politiche e di vita, dall’attivista al professionista, e che ci ha condotto per le strade delle nostre contrade con il sole e la pioggia ad interagire con i cittadini per spiegare le nostre ragioni e con il nostro adoperarci a far sì che esse diventassero le ragioni di tutti, suggellandole con una firma. L’importante mole della vostra risposta civile alla raccolta delle firme ha consentito a noi, in supplenza della assoluta incapacità della politica tradizionale o, più probabilmente, di un suo colpevole disinteresse “interessato”, di rappresentare, attraverso l’atteso Referendum, le istanze dei molti cittadini e cittadine ingannati da una fusione irrealizzabile e dal progetto oligarchico che l’ha generata e di fatto imposta. Oggi siamo alla resa dei conti ed a breve, dopo aver superato una serie di passaggi il Tribunale Amministrativo entrerà nel merito per assumere la decisione definitiva, che confidiamo, a noi favorevole. Visto il quadro politico che si presenta oggi all’elettorato, per noi, non sarebbe difficile inserirci tra i due schieramenti in campo e raccogliere quel consenso che la proposta del ritorno all’autonomia attraverso il REFERENDUM certamente ci darebbe, ma abbiamo valutato anche che potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di disturbo e confusione per quell’elettorato che, pur condividendo il nostro progetto, si vedrebbe costretto a dover scegliere tra dare il suo voto al proprio candidato a Sindaco o darlo all’idea per la sua città autonoma: questo sarebbe un ulteriore motivo di confusione per il futuro di queste nostre città che noi amiamo incondizionatamente e che già di problemi a causa della fusione ne hanno tanti! Noi, per tutto quanto sopra, preferiamo, allora, continuare ad essere trasparenti e chiari negli obiettivi: IL C.R.A. NON SI CANDIDA, noi continueremo a lottare per portare nel più breve tempo possibile Corigliano e Rossano al REFERENDUM PER IL RITORNO ALL’AUTONOMIA, e condurre tutti i cittadini indiscriminatamente al voto per decidere una volta per tutte e definitivamente, sul ritorno ai due Comuni autonomi ed indipendenti.

arch. Mario Gallina  - Presidente del - Comitato per il Ritorno all’Autonomia -

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