di Cristian Fiorentino

«Che cosa significa che Gesù è risorto? Significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte; significa che l’amore di Dio può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore». 

Con questo pensiero di Papa Francesco è stato inoltrato il programma della Settimana Santa 2024 della parrocchia San Giovanni XXIII, situata a contrada San Francesco d'Assisi allo scalo coriglianese. Il Parroco Don Tonino Longobucco e il vice Don Agostino Stasi, unitamente al consiglio pastorale, hanno ufficializzato le funzioni pianificate. Da lunedì 25 a sabato 30 marzo sarà possibile usufruire delle confessioni: la mattina dalle ore 9.30 alle 11 e il pomeriggio dalle 16.30 alle 18. Domenica delle Palme, 24 Marzo, invece, alle 8.30 prevista la Celebrazione Eucaristica e benedizione delle Palme sul sagrato della chiesa.

Alle 10.30, invece, il raduno sarà davanti il nuovo complesso parrocchiale di Via Gaetano Catanoso dove avverrà la benedizione delle Palme e da dove a seguire in processione si raggiungerà l’attuale chiesa. Alle 11 Celebrazione Eucaristica. Alle 18.30 Santo Rosario e alle 19 Santa Messa. «Ci introduciamo- si legge nel programma- nella Grande Settimana che si pone al centro dell’Anno liturgico e anche al centro della nostra vita cristiana, in cui si condensa il mistero dell’amore di Dio per noi, del nostro rifiuto di quest’amore e della sua vittoria finale. Seguiremo Gesù che vive un breve momento di gloria in questo giorno, ma ascolteremo subito il racconto della sua Passione che ci introduce nel suo destino di dolore. Disponiamoci a entrare sempre più profondamente nella sua vita». Mercoledì Santo, 27 Marzo, alle 17.30 in cattedrale a Rossano Messa del Crisma officiata dall’Arcivescovo Monsignor Maurizio Aloise.

 «Nella Messa in cattedrale- spiega la nota- il vescovo concelebra con tutti sacerdoti della diocesi, ricordando l’Ordinazione, il sacramento che li ha consacrati; al termine egli consacra gli Oli santi che verranno usati nell’anno in tutte le parrocchie per il Battesimo, la Cresima, l’Unzione degli Infermi e l’Ordine». Giovedì Santo, 28 Marzo, alle 18.30 previsto il Santo Rosario e alle 19 Santa Messa in “Coena Domini”. A seguire “Altare della Reposizione” e dalle 21.30 Adorazione comunitaria. «In questa Celebrazione- evidenzia il pensiero- contempliamo il Signore Gesù che si consegna nel segno del pane e del vino, depone la sua vita nelle mani del Padre e nelle nostre mani, mentre le sue lavano i nostri piedi, perché possiamo avere parte con lui, alla sua ora della gloria di amare sino alla fine. Giunta la sera Gesù sedette a mensa con i suoi discepoli e anche oggi ci invita a partecipare al suo destino di Figlio che si consegna al Padre per manifestare il suo amore per l’umanità. Il Gesto della lavanda dei piedi, previsto in questa celebrazione, evidenzia il ricordo del Maestro e Signore piegato sui suoi discepoli, che da servi diventano amici, partecipi con lui del dono della vita. Dopo la celebrazione inizierà la preghiera alla Cappella della Reposizione, mentre l’altare resta disadorno delle tovaglie, simbolo di Cristo che depone la sua vita, con le sue vesti e si consegna alla morte per noi». Questa la riflessione per sostare in preghiera presso la Cappella della Reposizione: «Signore Gesù, non vogliamo meritare anche noi il tuo rimprovero ai tuoi discepoli: “Così non siete stati capaci di vegliare un’ora sola con me”. Restiamo allora alla tua presenza, lasciandoci condurre dalle Scritture che abbiamo ascoltato nella Celebrazione. Tu, Sacerdote vero ed eterno, hai istituito il sacrificio perenne; al Padre, per primo, ti sei offerto vittima di salvezza, e hai comandato a noi di perpetuare l’offerta in tua memoria. Il tuo corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza; il tuo sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa». 

Venerdì Santo, 29 Marzo, alle 9 ufficio delle letture, alle 15 Coroncina alla Divina Misericordia e alle 15:30 Azione Liturgica. «La Celebrazione di questo Santo Giorno ci riunisce come Comunità per contemplare l’amore del Padre che dona il suo Figlio amato per ricondurre l’umanità al suo abbraccio. Per la morte di Gesù riceviamo la vita; la sua umiliazione fino alla croce e al sepolcro, ci restituisce alla gloria. Ricordiamo l’amore di Dio che ci ha donato sé stesso nel suo Figlio crocifisso, consegnato alla morte, come segno di un amore più forte. Per antichissima tradizione, la Chiesa non celebra oggi l’Eucaristia, ma la Passione del Signore. La Celebrazione si svolge in tre momenti: nel primo lasceremo che la Parola ci illumini il mistero di quest’amore fino al compimento, nel secondo contempleremo la Croce, segno di quest’amore, perché ci stupisca ancora e ci apra a una risposta coerente e concreta. Ciascuno potrà rivolgerle l’omaggio della propria fede genuflettendo. Nel terzo momento, riceveremo il Pane Eucaristico, frutto del sacrificio di Gesù, unendoci così al suo dono per condividere come discepoli, il suo stesso destino. L’ingresso dei ministri avverrà in silenzio. Il rumore dei loro passi sarà un singolare Canto d’ingresso». Sabato Santo, 30 marzo, alle 9 ufficio delle letture e alle 22:30 Solenne Veglia e Celebrazione Eucaristica Pasquale. L’introduzione al senso del Sabato Santo pone in rilievo: «Sostiamo nel silenzio di questo giorno contemplando Gesù nel sepolcro, lasciando che il mistero del suo amore ci stupisca ancora. Come le discepole del Vangelo abbiamo anche noi negli occhi il suo volto di Uomo dei dolori, che ora è nascosto dal sudario, ultimo dono dell’amore dei suoi. Ma noi siamo, anche oggi, la Chiesa-Sposa del Figlio del Dio vivente e non possiamo non contemplare in lui il volto del più bello tra i figli dell’uomo, quando toglierà il velo dai nostri occhi e vedremo la sua gloria. Onoriamo in questo giorno Maria, che, sola, in questo sabato di attesa, fa vivere la fede nella risurrezione. La celebrazione più importante di tutto l’anno liturgico, cuore della nostra esperienza cristiana, - prosegue l’interpretazione- inizia con un rito della benedizione del fuoco e quindi della luce: il fuoco nuovo e la luce del cero sono simboli di Gesù risorto che vince le tenebre del male. L'assemblea si raduna fuori della chiesa; attorno al fuoco che divampa. Al fuoco nuovo il sacerdote accende il cero pasquale, che si porta acceso in chiesa, mentre si canta e si accendono al cero successivamente le candele del sacerdote, quelle dei ministri e poi quelle dei fedeli. In tal modo la chiesa è progressivamente illuminata, le tenebre sono vinte dalla luce. Mentre tutti i presenti stanno in piedi e tengono in mano la candela accesa si canta l’Annunzio pasquale; quindi, ci si siede per l’ascolto della Parola di Dio, che ci fa ripercorrere tutta la storia della salvezza, fino al Vangelo della risurrezione. Segue la liturgia battesimale, con la Benedizione dell’acqua, la Rinnovazione delle Promesse battesimali e quindi la Celebrazione prosegue secondo i regolari canoni». Domenica di Resurrezione, 31 marzo, Sante Messe di Pasqua previste alle 11 e alle 19.

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