Il Vangelo di oggi: Mc 10,35-45  “Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. 

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, noi vogliamo che tu ci faccia quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra». Gesù disse loro: «Voi non sapete ciò che domandate. Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato». All’udire questo, gli altri dieci si sdegnarono con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù, chiamatili a sé, disse loro: «Voi sapete che coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Contemplo:

L’umiliazione della croce
“…Il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.” (Is 53,10-11)
La prima lettura ci presenta un breve passo di quello che normalmente viene chiamato “quarto canto del servo del Signore”. In esso Isaia traccia i tratti di un personaggio misterioso per un motivo molto particolare. Ai Giudei, che attendevano il re messia che avrebbe liberato il popolo, il profeta annuncia un personaggio sofferente che riuscirà in quest’impresa, ma non attraverso mezzi portentosi e spettacolari, come pensavano loro. Egli giungerà allo scopo per mezzo della sua sofferenza redentrice e della sua morte che sarà a vantaggio di tutti. Questa profezia restava misteriosa anche ai tempi di Gesù e nessuno aveva ancora capito che proprio in lui la profezia si sarebbe realizzata pienamente nell’umiliazione della croce. Il Maestro sapeva che il mondo non aveva bisogno di un altro condottiero, ma di uno che si caricasse sulle sue spalle tutto il dolore della storia per riempirlo di significato nuovo.

Commento al Vangelo del giorno:

Anche i discepoli corrono il rischio di cadere nella trappola di una logica che cede il passo al prestigio, al “posto”, al sedere alla destra o alla sinistra di qualcuno che conta. Oggi, come allora, dobbiamo stare attenti alle lusinghe del“comune pensare”. Dietro le pieghe del bene, di una buona azione, di un atto di generosità si possono nascondere i velenosi nidi dell’auto compiacimento, del sentirsi “apposto”, del plauso della gente che spesso porta alle stelle ciò che poco dopo fa cadere miseramente nella polvere. Gesù ci promette un “calice”, il suo calice. E’ un battesimo che si consuma nel silenzio, nel bene nascosto, nella lieve brezza che non si avverte, sul ruvido e nodoso legno della solitudine, dell’incomprensione del perdersi per amore e nella pura gratuità. Un calice che solo i piccoli e gli umili possono bere, un banchetto da cui sono esclusi tutti grandi e i prepotenti di questo mondo.

Crediti