Dresda 

Dresda città della Germania, era una culla d’arte, per i suoi monumenti e per i suoi musei per cui meritò, nei secoli, degnamente, l’appellativo di Firenze del Nord. Durante il secondo conflitto mondiale non era sede di insediamenti industriali di alcun genere, quindi non vi erano fabbriche di armi né industrie collegate alla produzione bellica.

Era, appunto, un’isola di pace, in un paese interamente impegnato nello sforzo bellico. Tra il 13 e il 14 febbraio del 1945 subì alcuni dei più devastanti bombardamenti della storia dell’Europa intera. Il 13 800 aerei inglesi vi scaricarono 1500 tonnellate di bombe esplosive e 1200 tonnellate di bombe incendiarie contenenti fosforo e benzina che, all’effetto dirompente dello scoppio aggiungevano il devastante aumento della temperatura, fino a 1500 gradi, il cui scompenso  creava una tempesta di fuoco per oltre dieci chilometri. Il giorno dopo, in quattro raid, imperversarono i B-57 americani con oltre 1350 tonnellate di bombe. La città fu in gran parte rasa al suolo. I morti furono 30.000. La città, diventata un rogo, continuò a fumare per più di cinque giorni.

HIROSHIMA E NAGASAKI

E cosa dire delle due BOMBE ATOMICHE lanciate in Giappone su Hiroshima e Nagasaki, città dove non si contò nessun morto in divisa, ma solo ed unicamente civili poiché non ospitavano insediamenti militari, non erano sedi di fabbriche d’armi o di supporto dell’industria bellica. I morti furono oltre 210.000 e i colpiti dalle radiazioni furono almeno 150.000.

HOSTIUM RABIES DIRUIT

Ci fu una serie di francobolli emessi dalle Poste della Repubblica Sociale Italiana, raffiguranti, ognuno, un monumento italiano distrutto dai bombardamenti indiscriminati con didascalia HOSTIUM RABIES DIRUIT a significare la rabbiosa ferocia distruttiva del nemico: LA RABBIA DEI NEMICI DISTRUSSE. La rabbia, ecco, LA RABBIA, era il vero movente di quello scempio. E, che io sappia, la rabbia è l'istinto più bestiale che caratterizza le azioni delle belve feroci che ignorano i pathos dell'animo umano. Volli vedere da vicino uno di quei monumenti, perfettamente ricostruito nel dopoguerra, a dimostrare la vittoria dei vinti sui barbari “diruenti”. È il portico dei servi a Bologna. Elegante, sublime nella snellezza delle sue esili colonne. Solo un coacervo di stolti strateghi poteva concepirne la distruzione, ignari del crimine che stavano compiendo, distruggere un’opera d'arte, patrimonio dell’umanità.

LA SCUOLA ELEMENTARE DI GORLA

I bombardamenti alleati non risparmiarono né i grossi né i piccoli centri. Addirittura si verificava spesso che i piloti di aerei alleati, avvistando un ciclista isolato o un carro carico di fieno in viottoli di campagna, si buttavano in picchiata su quel bersaglio divertendosi a prendere di mira gli sfortunati conducenti. Quel che accadde il 20 ottobre del 1944 la dice lunga sulla scelleratezza di quei piloti disinvolti e assassini. Uno storno di aerei americani destinato a bombardare la BREDA a Milano, per un errore delle coordinate si trovò fuori rotta e il comandante della flottiglia decise di liberarsi comunque del carico scaricando quelle bombe sull’abitato, centrando in pieno la scuola “Francesco Crispi” di GORLA, causando la morte di 203 vite umane di cui 184 erano bambini della scuola elementare.

LE PRODEZZE SOVIETICHE

E le fosse di KATYN, in Polonia, quelle escogitate da Stalin, nelle quali, a fine comunismo, furono rinvenuti 982 cadaveri. Sulla base delle divise militari indossate, dei documenti e degli oggetti personali rinvenuti (tra cui anche dei diari manoscritti delle vittime) fu possibile identificarne quasi il 70%. Un’apposita Commissione concluse che le vittime erano per la maggior parte ufficiali polacchi, ma anche giornalisti, imprenditori, docenti che durante l’occupazione sovietica erano stati detenuti nei campi di prigionia di Kosielske Starobielsk dalla polizia segreta sovietica. Prevalente, nell’orrido piano sovietico, fu l’intento di decapitazione delle gerarchie militari polacche, arrivando a dare poi la colpa ai tedeschi. Ma non ci volle molto, alla Commissione Internazionale, ricostruire i fatti e le responsabilità.

STALINGRADO, SCONTRO TRA DUE CRIMINALI PER VEDERE CHI PIÙ LA DURA E CHI PIÙ LA VINCE

La battaglia di Stalingrado, combattuta tra il 1942 ed il 1943, resta nella storia la più feroce e la più disumana per la caparbia ed ostinata “cupio dissolvi” di due feroci dittatori che immolarono le vite umane dei propri soldati e dei civili inermi. A Stalingrado morirono 700 mila persone, Circa mezzo milione erano sovietici, tra cui moltissimi civili. Stalin si rifiutò di far evacuare la città e circa 40 mila persone caddero sotto le bombe tedesche nei primi giorni di combattimento. Dei 75 mila civili che sopravvissero, molti furono vittime dell’ipotermia e della fame. I morti tedeschi furono tra i 150 e 250 mila. Ma dei 100 mila che si arresero all’Armata Rossa, solo 6000 ritornarono in Germania, rilasciati, in spregio a tutte le convenzioni internazionali, dopo lo sfruttamento come forza lavoro nei gulag sovietici, pochi alla volta, dal 1950 in poi. L’ultimo fu rilasciato nel 1956. Stalin si proclamò vincitore di quella battaglia vinta con lo sterminio di 700 mila suoi sudditi, e non solo lui, ma tutti i nostalgici del comunismo e i campioni della sinistra mondiale parlano di STALINGRADO come della conferma della vittoria del bene sul male, mentre fu la vittoria del male sul male. Stalin non voleva cedere la città che portava il suo nome e, poi, finì che quella città oggi si chiama Volgograd, proprio per dimenticare quel nome infame. Hitler, invece, la voleva sottomettere per dimostrare di aver dato scacco matto al dittatore concorrente.  Due bisonti inferociti entrambi finiti nella polvere.

DA NON DIMENTICARE

Le FOIBE, dove i cadaveri si contano a metri cubi, come differenza tra Il volume di "prima della cura" titina ed il volume del "dopo cura" titino, dove le mettiamo? e su quale conto dobbiamo attribuirle? Le MAROCCHINATE, le povere donne ciociare stuprate e spesso ammazzate delle truppe marocchine agli ordini del generale francese Juin su quale conto le mettiamo?

E le VECCHIE OTTANTENNI violentate?

E gli UOMINI VIOLENTATI ?

E i VECCHI  VIOLENTATI?

E le BAMBINE  e i BAMBINI VIOLENTATI?

Ed i  SACERDOTI VIOLENTATI?

E GIUSEPPINA GHERSI la bambina undicenne stuprata dai partigiani comunisti insieme alla mamma, sotto gli occhi del padre, tutti e tre bastonati uccisi dopo lo stupro? Giuseppina, in un tema a scuola, aveva esaltato il duce.

E di GUIDALBERTO PASOLINI, fratello di Pierpaolo, a chi vogliamo attribuire la morte se non Mario Toffanin, in arte “GIACCA”, capo di quei partigiani comunisti italiani, filottini, quelli i cui epigoni, il 25 Aprile di ogni anno, sfilano e sfileranno, con fazzoletto rosso al collo, e con bandiere rosse al vento, entusiasticamente inneggiando ad Hamas e cantando a squarciagola la sgrammaticatura “mi sento di morire” al ritmo del testo idiota di bella ciao.

 

Ernesto SCURA

 

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